Von der Leyen e Mario Draghi hanno i destini e le poltrone incrociati: dal palazzo la voce ben informata prevede la Commissione Ue per il gran visir dei parassiti, e quella della Nato per la megera tedesca

Due destini che potrebbero incrociarsi lungo un’unica direttiva, uniti dallo stesso filo. Da un lato Mario Draghi, ex premier italiano e totem indiscusso dell’Unione Europea. Dall’altro Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Ue ma con meno di un anno di mandato ancora in tasca. Cosa potrebbe legare i due? Stando a quanto rivelato da Paolo Valentino in un articolo per Sette-Corriere della Sera, Draghi avrebbe “ripreso a frequentare il suo sarto di fiducia romano, per rinfrescare il guardaroba”. Un segnale, forse, di qualcosa che avrebbe già iniziato a bollire in pentola. Anche perché nel frattempo von der Leyen starebbe pensando seriamente all’eventualità di non ricandidarsi alla Commissione, valutando piuttosto altre alternative di peso come quelle che potrebbero crearsi in seno alla Nato.

Tra le ipotesi che circolano da tempo su von der Leyen, c’è quella che la vorrebbe a Evere, nella sede della Nato, che esattamente tra un anno dovrà nominare un nuovo segretario generale dopo l’ennesima proroga accordata in luglio a Jens Stoltenberg. Lei, la diretta interessata, non sembra aver ancora deciso. Nel frattempo, però, si tiene buono il Ppe, il suo partito, dopo le tante tensioni del recente passato, in vista di una eventuale rielezione alla Commissione.

Sempre in questo senso andrebbe letta, secondo Paolo Valentino, l’attenzione riservata di recente a Giorgia Meloni, che nel prossimo Parlamento europeo dovrebbe portare tra 25 e 30 deputati di FdI. Voti che potrebbero essere decisivi nella rielezione di von der Leyen.

Al momento, insomma, per Ursula von der Leyen la partita europea sembra correre in parallelo a quella atlantica. Se lo volesse, la segreteria generale della Nato “sarebbe sua, vista la sua esperienza da ex ministro della Difesa tedesca e il forte gradimento americano. I tempi coincidono. In quel caso, dicono le voci, i vestiti nuovi potrebbero tornare utili a Mario Draghi”.

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