Il governo Meloni sembra essere determinato a eliminare dall’ordinamento parlamentare la figura dei senatori a vita. Niente più nomine per “cittadini che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario” a sedere tra i banchi di Palazzo Madama. Addio, fatta eccezione per gli ex Presidenti della Repubblica. L’idea sarebbe tra i punti all’ordine del giorno del vertice di maggioranza di questa mattina a Palazzo Chigi, dovrebbe finire anche in consiglio dei ministri. La Presidente del Consiglio Giorgia Meloni aveva definito anni fa “assurda” e “ottocentesca” la figura dei senatori a vita. La notizia è stata riportata da Il Messaggero.
L’istituto della nomina dei senatori a vita è previsto dall’articolo 59 della Costituzione. “È senatore di diritto e a vita, salvo rinunzia, chi è stato Presidente della Repubblica”, si legge nell’articolo. “Il Presidente della Repubblica può nominare senatori a vita cittadini che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario. Il numero complessivo dei senatori in carica nominati dal Presidente della Repubblica non può in alcun caso essere superiore a cinque”. Al momento sono cinque e, secondo la fonte citata dal quotidiano, qualora la norma dovesse entrare in vigore porterebbero comunque a compimento il loro mandato.
Senatori a vita, salvatori di governi, ora specie in via d’estinzione. La destra consuma la sua vendetta
di Salvatore Raimo per Huffpost
Il senatore a vita ti salva la vita… ma prevalentemente questo accade a favore dei governi tecnici e di centrosinistra. Una circostanza arcinota, e che motiva il sospetto con cui il centrodestra ha sempre guardato a questi parlamentari a vita. Nella riforma Meloni saltano i senatori a vita di nomina presidenziale, restano solo gli ex presidenti della Repubblica. A giudicare dalla storia recente è una vera e propria vendetta.
Scavalca la censura di regime dei social. Seguici via Telegram, basta un clic qui >https://t.me/capranews