“Non sono stato aggredito da un novax” Il professor Le Foche intervistato dall’ospedale racconta di esser stato massacrato da un pazzo con precedenti. Il siero, caro Bassetti, non c’entra nulla

«VOLEVA CHE CURASSI IL SUO CANE, QUANDO È MORTO SE L’È PRESA CON ME»

Estratto dell’articolo di Alessia Marani per “Il Messaggero”

Professore Francesco Le Foche, innanzitutto, come sta?

«Diciamo che sto abbastanza bene, in volto e sulla testa così così: ho avuto una frattura zigomatica di sinistra e la sutura dell’occhio interno, ma dal collo in giù, insomma, credo sia tutto a posto. Sto rispondendo al telefono per dire a tutti che non sto per morire…».

[…]

Allora che cosa è successo?

«A dire il vero di quei momenti esatti non ricordo niente, ho un buco di un paio d’ore. Sono arrivato in ospedale in stato di incoscienza e sono stato sottoposto anche alla tac senza che me ne rendessi conto. L’aggressore lo conosco perché è stato un mio paziente. Lo avevo visitato tre o quattro volte a studio per una spondilodiscite (un’infezione alle vertebre, ndr). E la terapia era andata a buon fine. Ma…».

Ma?

«Un mese fa mi aveva ricontattato telefonicamente più volte. Aveva il cane malato e pretendeva che lo curassi come avevo fatto con lui. Era evidente che quel ragazzo avesse dei disagi mentali anche solo per avanzare una simile richiesta. Io gli rispondevo che doveva rivolgersi a un veterinario. Lui insisteva: “Eh no dottore lei può…”. È un paziente psichiatrico che probabilmente farà uso anche di stupefacenti».

E poi che cosa è successo?

«Il cane, sebbene seguito effettivamente anche da bravi veterinari che gli avevano detto che non si poteva fare nulla, è morto. E forse, questa è l’unica spiegazione che mi do per il gesto dell’altro pomeriggio. Il motivo per cui è entrato nel mio studio non lo so, ma l’unico elemento di discordanza tra noi è il fatto che io mi fossi rifiutato di curare il suo cane.

[…] questo giovane deve essere andato fuori di testa, non controllato da terapie. So che con lui c’era anche la mamma, una donna perbene, forse lasciata sola come tante altre mamme a combattere con i disagi psichiatrici dei figli».

Non ricorda nulla del pestaggio?

«No, devo essere stato travolto da colpi fortissimi. Quel ragazzo mi aveva detto di essere un pugile e un buttafuori. Ha un fisico prestante, è altissimo: un energumeno che si è scagliato contro di me che peso appena 63 chili. Poteva ammazzarmi».

2. FRANCESCO LE FOCHE AGGREDITO: L’IMMUNOLOGO COLPITO AL VOLTO È GRAVE. «IO PICCHIATO DA UN MIO EX PAZIENTE»

Estratto dell’articolo di Rinaldo Frignani e Clarida Salvatori per www.corriere.it

Massacrato da un ex paziente, un pugile e buttafuori di 36 anni, perché pretendeva che gli curasse il cane, poi morto. Il professor Francesco Le Foche, 66 anni, immunologo noto in tv durante l’emergenza Covid, è ricoverato da giovedì scorso in prognosi riservata al Policlinico Umberto I: lo aveva curato con successo fino a qualche settimana fa per una spondilodiscite (un’infezione alla colonna vertebrale, ndr).

Mauro Renato M., però, si è ripresentato nel suo studio al quartiere Salario, a Roma, accompagnato dalla madre: «Era convinto di avere un’altra infezione, inesistente, e accusandomi di non aver fatto nulla per il suo animale», spiega lo stesso immunologo picchiato e colpito al volto da una vaschetta di vetro per le caramelle.

Le Foche, fino a pochi giorni fa dirigente del day hospital di immuno-infettivologia proprio all’Umberto I, prima di andare in pensione, e docente all’università La Sapienza, non è in pericolo di vita, ma per il trauma cranico facciale rischia di perdere la vista dall’occhio sinistro. Ha riportato anche la frattura del naso. Il pugile, con problemi psicologici, è stato invece arrestato dalla polizia: 36 anni, ha precedenti per detenzione abusiva di armi, ricettazione, furto, danneggiamento, resistenza e violenza a pubblico ufficiale. È accusato di tentato omicidio ed è stato portato nel carcere Regina Coeli dopo la convalida del gip.

A dare l’allarme, poco prima delle 18, è stata la segretaria. […] Un poliziotto fuori servizio si è precipitato nello studio e ha accompagnato fuori il 36enne, salvando forse la vita a Le Foche. «Gli abbiamo detto di stare calmo», spiega ancora il portiere. E per fortuna è bastato. Il pugile si è consegnato senza reagire anche agli agenti della prima volante arrivata sul posto. […]

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