La madre di tutte le sanzioni a Putin sul petrolio? Una beffa per la feccia mondiale, a cominciare da quel Draghi che sosteneva potesse disintegrare l’economia russa

La madre di tutte le sanzioni fa flop. L’Ue si piega a Putin, il petrolio russo ha sfondato il tetto
I barili di Urals vengono ormai abitualmente venduti sopra 80 dollari, il greggio Espo ha superato i 90 dollari, il diesel ĆØ sopra i 100 dollari. Gli Stati Uniti ammettono: “Il cap sta perdendo efficacia”. Ma nessuno fa nulla…

tratto da Huffpost

ƈ ormai il segreto di Pulcinella, tutti lo conosconoĀ ma fanno finta di non esserne a conoscenza. La Russia sta vendendo il suo petrolio abbondantemente al di sopra del price cap di 60 dollariĀ fissato nel regime diĀ ritorsioni occidentali per l’invasione militare dell’Ucraina. CosƬ come sta vendendo il suo diesel oltre i 100 dollari. Il tetto al prezzo delle sue esportazioni energetiche, ovvero laĀ madre di tutte le sanzioni che avrebbe dovuto deprimere la principale fonte di reddito del CremlinoĀ con cui finanzia la sua guerra evidentemente non funziona, o comunque non funzionaĀ piĆ¹.

Russia e USA mettono a rischio il prezzo del gasolio in Europa

di Giuseppina Perlasca per scenari econimici

Il prezzo del carburante, gasolio in particolare, rischia di ricevere unā€™ultieriore spinta verso lā€™alto da due diverse notizie provenienti da Russia e USA che mostrano come la de-industrializzazione europea renda il Vecchio Continente debole e fragile.

Iniziamo ds Mosca. La Russia ĆØĀ riuscita ad abbassare i prezzi allā€™ingrosso della benzina con lā€™attuazione del divieto di esportazione di diesel.

La Russia si ĆØ mossa per vietare lā€™esportazione di diesel a partire da ottobre, includendo tutti i carichi dai porti del Mar Nero e del Mar Baltico. Il divieto faceva parte di uno sforzo del governo per stabilizzare i prezzi del carburante interno. Si prevedeva che il divieto russo sulle esportazioni di diesel avrebbe ulteriormente restringuto il giĆ  ristretto mercato globale dei distillati prima dellā€™inverno, un periodo in cui si prevede che la domanda aumenterĆ . I prezzi del diesel in Europa sono aumentati dopo lā€™annuncio del divieto.

La mossa funziona:Ā  in Russia, i prezzi del diesel sono scesi del 4,97% lunedƬ, a 59.130 rubli per tonnellata, secondo la Borsa mercantile internazionale di San Pietroburgo (SPIMEX). Il vice primo ministro russo Alexander Novak ha dichiarato durante il fine settimana che il divieto di esportazione di carburante stava giĆ  iniziando a produrre risultati, ottenendo prezzi piĆ¹ bassi di benzina e diesel. La benzina allā€™ingrosso Ai-92 ĆØ scesa dellā€™1,94% solo lunedƬ, a 56.945 rubli per tonnellata, ovvero 576,45 dollari per tonnellata.

Il divieto autoimposto dalla Russia allā€™esportazione di carburante ĆØ ironico in quanto lā€™Unione Europea si ĆØ mossa per fermare le importazioni russe via mare di carburante allā€™inizio di questā€™anno per frenare le entrate della Russia dal petrolio greggio e dai suoi prodotti, nel tentativo di indebolire il suo tesoro di guerra. I prezzi europei del carburante sono aumentati dopo il divieto sulle importazioni di carburante russo, e ora sono aumentati di nuovo a causa del divieto russo.

Ora passiamo agli Stati Uniti:Ā quasi 2,5 milioni di barili al giorno di capacitĆ  di raffinazione petrolifera andrĆ  fuori servizio negli USA per un insieme di manutenzioni importanti che vengono a sovrapporsi, riferisce Bloomberg, e il taglio potrebbe proseguire il prossimo anno.

In quella che Bloomberg descrive come la stagione di manutenzione ā€œpiĆ¹ pesanteā€ da prima della pandemia di COVID-19, tra settembre e dicembre di questā€™anno, gli Stati Uniti perderanno quasi 2,5 milioni di barili al giorno di capacitĆ  di raffinazione, citando i dati di Energy Aspects LTD.

Quei 2,5 milioni di barili giornalieri rappresentano un aumento dellā€™11% della capacitĆ  offline rispetto allo stesso periodo del 2022.

Le riduzioni della capacitĆ  di raffinazione arrivano quando lā€™Energy Information Administration (EIA) pubblica dati che mostrano che le esportazioni statunitensi di prodotti petroliferi hanno raggiunto quasi 6 milioni di barili giornalieri nella prima metĆ  di questā€™anno, in aumento del 2% rispetto allo stesso periodo del 2022.

Di questi aumenti nel primo semestre del 2023, il propano ĆØ stato il ā€œpiĆ¹ esportatoā€, con una media di 1,5 milioni di barili al giorno. Negli ultimi quattro anni, lā€™EIA afferma che le esportazioni di propano sono state alla base dellā€™aumento delle esportazioni complessive di prodotti petroliferi statunitensi, in particolare con le esportazioni verso lā€™Asia e secondariamente verso lā€™America centrale e meridionale.

Quindi due eventi apparentemente scollegati, ma coincidenti, rischiano di mandare i prezzi del gasolio e dei carburanti alle stelle, proprio mentre lā€™Europa sta ancora affrontando le ultime fasi di una pesante crisi energetica. Questi eventi peseranno sul prezzo del gasolio che a sua volta influenzerĆ  lā€™inflazione. Vedremo se la BCE ne capirĆ  le cause e se gli stati nazionali abbandoneranno le demagogie green della commissione e ricominceranno ad ingrandire gli impianti di raffinazione.

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