Il Pd va all’attacco del governo sui tagli alla sanità pubblica. Nella Nadef tra il 2023 e il 2024 si perdono due miliardi, anche se il ministro il ministro della Salute Orazio Schillaci ne aveva chiesti almeno 4. «Il governo di Giorgia Meloni continua a tagliare il servizio sanitario nazionale mentre un italiano su cinque rinuncia a curarsi a causa della crisi – afferma la segretaria del Pd Elly Schlein -. La situazione della sanità pubblica costringe sempre più italiani a non curarsi e la risposta del governo è tagliare ancora fondi: un atteggiamento gravissimo e incomprensibile che non faremo passare sotto silenzio. Tutte le persone devono sapere che Meloni mentre cerca un nemico al giorno sta smontando pezzo per pezzo il nostro diritto alla salute».
E poi via, con il fuoco di fila dei dem. «Stanno cancellando quel poco che la pandemia ci aveva obbligato a fare e cioè a sostenere la sanità pubblica. Questo governo prima si dimette, meglio è. Mancano medici, mancano infermieri, i tempi per le visite si allungano e soprattutto le previsioni di spesa, secondo il governo, che ora è al 6 per cento del Pil, scenderanno ancora di più. Il diritto alla salute è un bene universale che non può essere svenduto – scrive in una nota Sandro Ruotolo, segreteria nazionale del Pd -. Abbiamo visto tutti che cosa ha significato il modello lombardo nei giorni dell’emergenza sanitaria. Bisogna investire nella sanità pubblica. Se i fondi vanno altrove, è una sconfitta per il servizio sanitario nazionale. E non ce lo possiamo permettere».
«Meloni e Salvini hanno passato l’ultima settimana concentrati su pubblicità, pesche, supermercati, congiure internazionali paranoiche. Mentre quatti quatti distruggono la sanità pubblica e sempre più persone rinunciano a curarsi. È il disegno della destra: colpire i più deboli» scrive su X il deputato dem Alessandro Zan, responsabile Diritti del Partito Democratico, mostrando il titolo di un articolo di oggi pubblicato nella versione online sul quotidiano La Repubblica dal titolo “Sempre meno soldi sulla sanità, prestazioni in calo anche al Nord”.
Furfaro: “Da prima gli italiani a prima i ricchi”. Serracchiani: “Si sta consumando un dramma sulla testa degli italiani”
«Mancano infermieri e medici, i pronti soccorso sono ingolfati e c’è un’evidente mancanza di risorse – come chiedono le regioni di destra e di sinistra – per garantire il diritto alla salute. Si curerà solo chi potrà permetterselo. Da prima gli italiani a prima i ricchi» Così in una nota Marco Furfaro, capogruppo in commissione Affari Sociali e componente della segreteria nazionale del Partito Democratico. E il senatore Antonio Misiani, responsabile economico del Pd, ricorda i numeri della Nadef con «la spesa sanitaria prevista in diminuzione: da 134,7 miliardi nel 2023 a 132,9 nel 2024». «Per riportare la spesa sanitaria pubblica in rapporto al Pil al livello del 2022 (6,7%) servirebbero nel 2024 oltre 10 miliardi in più. Il ministro Schillaci ne ha chiesti 4. Ma nemmeno su questo obiettivo minimale il governo Meloni ha preso impegni concreti» continua su X. «Si sta consumando un dramma sulla testa degli italiani, sempre più in difficoltà ad accedere ai servizi della sanità pubblica, ma il Governo li ignora. La destra smetta di far fumo con spot video e post social, ponti inesistenti o complotti internazionali, piuttosto mantenga la parola e si occupi degli italiani» scrive la deputata dem Debora Serracchiani sugli stanziamenti da destinare al Sistema sanitario nazionale nella Legge di Bilancio 2024.
Pronto alla battaglia sulla sanità anche il Movimento 5 Stelle, che propone di rivedere il titolo V della Costituzione, togliendo la competenza alle regioni per “centralizzare” il sistema.
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Pippo Franco.