Ucraina, ha vinto Putin! Edward Luttwak ammette clamorosamente non solo la sconfitta dei cervelloni della Nato, ma li sputtana raccontando quanto siano una manica di incapaci. Il caso dei tanto decantati Leopard la dice lunga

Tratto da Libero

A quasi due anni dall’invasione dei russi, il conflitto in Ucraina prosegue inesorabilmente. Quella che nell’intenzione di Vladimir Putin doveva essere un Blitzkrieg – una guerra lampo – si è invece rivelata l’inizio di una vicenda che sembra ancora molto lontana dalla parola fine. L’Occidente, dal canto suo, si è da subito schierato a sostegno della nazione invasa, fornendo tutto l’armamentario bellico che di volta in volta il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha richiesto a gran voce. Come i famosi Leopard 2, i principale carri armati da combattimento della Bundeswehr, le forze armate della Germania. Ma, come scrive Edward N. Luttwak sulle pagine de Il Giornale, non hanno sortito l’effetto sperato.

“Gli ucraini – scrive Luttwak – hanno sciaguratamente sovrastimato il potenziale in combattimento dei Leopard”. Mancano infatti di un dettaglio fondamentale: il Trophy, il sistema radar di difesa attiva che rileva i missili anti-carro in arrivo e li annienta con cannoni in miniatura. I tedeschi si stanno affrettando ad acquistare il dispositivo. Ma hanno insistito per testarlo loro stessi, ritardandone la spedizione a Kiev. Senza la protezione di Trophy, i Leopard sono stati facile preda dei cacciatori russi di tank, armati di missili anticarro Kornet. In questo modo, quando la tanto attesa offensiva ucraina è finalmente partita, lo ha fatto con la distruzione di alcuni dei preziosi Leopard che avrebbero dovuto aprire la strada.

Anche se Trophy dovesse arrivare ora – spiega Luttwak – non c’è alcun rimedio in vista per la cosiddetta ‘transparent battlefield’, ovvero la strategia hi-tech di raccolta di informazioni logistiche”. La guerra è di fatto ridotta a uomini che si sparano addosso finché sono disponibili soldati e munizioni. “Quando è iniziata la guerra – sostiene il politologo statunitense – si sperava che le severe sanzioni avrebbero costretto la Russia a sedersi al tavolo dei negoziati. Naturalmente si sapeva che la Russia è autosufficiente dal punto di vista energetico e alimentare – aggiunge Luttwak – ma era comunque ragionevole aspettarsi che la sua economia sarebbe stata gravemente danneggiata dall’improvvisa interruzione delle importazioni di un’ampia gamma di macchinari e pezzi di ricambio. Inoltre, quando si interrompono le forniture, il risultato è l’inflazione”. Il problema è che ora, dopo 18 mesi di sanzioni, l’economia russa sta crescendo.

L’assenza della difesa radar “Trophy” ha reso i tank Leopard bersaglio dei russi. Fallito pure il tentativo di far crollare economicamente Mosca: l’unica via per il successo è un estenuante conflitto sul campo

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