Maurizio Belpietro brutalizza come merita Sergio Mattarella: solo lui poteva avere le palle per denunciare apertamente quello che in troppi vedono da tempo ma tacciono per paura di rappresaglie

Maurizio Belpietro per la Verità – Estratti

Che Elly Schlein, segretaria del maggior partito di opposizione, non sappia fare opposizione ormai è cosa nota. Talmente nota che l’altro ieri perfino Lilli Gruber, durante una puntata di Otto e mezzo, si è sentita in dovere di spiegare alla leader del Pd che, se continua a parlare come parla, gli italiani non la capiranno mai. Tuttavia, se Schlein è la miglior avversaria che Giorgia Meloni potesse augurarsi, poi c’è un signore di nome Sergio Mattarella, che pur non avendo titolo per fare opposizione, oggi è il vero capo del fronte anti governo. Ne è prova anche il discorso tenuto ieri all’assemblea degli industriali.

(…)

No, niente di tutto questo. Il capo dello Stato interviene all’adunata degli imprenditori per dire che non bisogna cedere alle paure. Sì, avete letto bene: l’uomo del Colle, invece di sostenere che uno Stato non può perdere il controllo delle proprie frontiere e un governo deve prestare ascolto alle preoccupazioni della popolazione, dice il contrario e attacca il centrodestra accusandolo, ovviamente senza fare nomi, di cavalcare cinicamente le ansie della popolazione.

Sì, il capo dello Stato, colui che dovrebbe rappresentare gli italiani, e non soltanto i sinistrati e gli immigrati, è intervenuto di fronte alla platea confindustriale per tirare le orecchie al governo.

«Se c’è qualche cosa che una democrazia non può permettersi è di ispirare i propri comportamenti, quelli delle autorità, quelli dei cittadini, a sentimenti puramente congiunturali. Con il prevalere di inerzia ovvero di impulsi d’ansia, di paura».

Lasciate perdere il linguaggio da presidente della Repubblica, il senso è chiaro: il governo non deve farsi impressionare da quel che succede a Lampedusa, lasciando prevalere i timori.

Quel che è peggio del discorso quirinalizio è però la parte seguente, in cui Mattarella ha segnalato due possibili errori. Il primo consiste nella «reazione fatta di ripetizione ossessiva di argomenti» secondo cui, «a fronte di sfide» che «la vita ci presenta, basta denunziarle senza adeguata e coraggiosa ricerca di soluzioni». Il secondo, «ancor peggio, cedere alle paure, quando non alla tentazione cinica di cavalcarle».

Se dopo aver letto le frasi involute del capo dello Stato non avete ceduto alla tentazione di voltare pagina, avrete capito dove il presidente della Repubblica intenda andare a parare. Ovvero, vi sarà chiaro che nel mirino del Colle ci sono il governo e l’emergenza sbarchi. Che però, secondo lui, nonostante siano arrivate settemila persone in due giorni non è emergenza, «ma una sfida che la vita ci presenta». A fronte della quale – decritto la prosa oscura che la diritta via ha smarrito – non bisogna ripetere in maniera ossessiva che i migranti ci invadono, ma bisogna «coraggiosamente» cercare delle soluzioni, senza cedere alle paure e ancor meno alla tentazione cinica di cavalcarle.

Certo, ci vuole un bel coraggio a spogliarsi del ruolo super partes per scendere direttamente nell’agone politico e sposare la tesi di chi sta all’opposizione. Ma questo è ciò che Mattarella sta facendo. Invece di rimanere arbitro si è fatto giocatore. Il capo dello Stato sa perfettamente che l’attuale maggioranza di governo ha vinto le elezioni presentando un preciso programma nel quale si faceva riferimento con chiarezza alla necessità di fermare gli sbarchi e ridurre il sistema dell’accoglienza.

Ma incurante dell’indicazione degli italiani, procede a fare il controcanto all’esecutivo, trasformandosi di fatto nel capo dell’opposizione.

Possibile che di fronte allo sbarco di migliaia di persone Mattarella non si allarmi? È credibile che egli non si sia posto il problema della criticità del fenomeno e dell’indifferenza dell’Europa?

Oggi il capo dello Stato dice che le autorità non devono cedere all’emergenza e alla paura. Ma forse non ricorda che nel 2021 l’autorità, cioè lui, usò l’emergenza Covid come giustificato motivo per non sciogliere le Camere dopo la caduta del governo Conte bis. Anche all’epoca la vita presentava una sfida, eppure il capo dello Stato, con la scusa dell’emergenza, non restituì la parola agli elettori, ma a un tecnico.

Mentre ovunque si votava, America compresa, in Italia la democrazia veniva messa in lockdown, con tutto quello che ne seguì in termini di violazione delle libertà costituzionali, green pass tra queste. Capisco che ora il capo dell’opposizione voglia dimenticarlo, ma credo che non lo dimentichino gli elettori i quali, ribadisco, il 25 settembre dello scorso anno, votarono per Giorgia Meloni e non per Mattarella.

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