Bonaccini apre la guerra contro Elly Schlein, smontando la sua linea di fare lingua in bocca con i Cinquestelle: “Se vogliamo tornare a vincere, guardiamo ai moderati”

Torino, Bonaccini alla Festa dell’Unità sul Pd di Schlein: “In casa avevo la foto di Berlinguer ma ora, se vogliamo tornare a vincere, guardiamo ai moderati”

tratto da La Stampa
Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna e presidente del Partito Democratico, intervistato dal direttore della Stampa Massimo Giannini alla Festa dell’Unità di Torino, racconta la sua idea di Pd, un partito “non populista ma più popolare, che sappia guardare anche ai moderati”. I temi divisivi come l’abolizione del jobs act? “Fu un errore cancellare l’articolo 18, ma ora non dividiamoci sul passato, guardiamo al futuro e battiamoci ad esempio, come sta dicendo Elly Schlein, per il salario minimo”.di Giulia Destefanis.

“Un partito progressista e riformista,«popolare e non populista, un partito contrario alla riforma del premierato che finirebbe per mettere in discussione il ruolo di Mattarella. E ci mancherebbe solo quello”. Un partito che «difende i suoi valori e cerca una coalizione larga per vincere» perché «non basta fare le manifestazioni per garantire i diritti che si vogliono affermare. Bisogna costruire un’alleanza nel Paese per avere i numeri e andare a difendere valori e diritti in Parlamento. Altrimenti il nostro è un parlare a vuoto”.

Così Stefano Bonaccini, presidente del PD, intervistato a Torino dal direttore de La Stampa, Massimo Giannini.

«Dobbiamo smetterla con l’abitudine di sparare sul segretario del partito il giorno dopo che è stato eletto. Negli anni questo ha indebolito il nostro partito favorendo la vittoria della destra». Ma ha tracciato una linea assai meno identitaria di quella del gruppo dirigente che ha vinto le primarie. Su alcuni temi sensibili per le anime del PD si è differenziato nettamente dalla linea Schlein.

Sul referendum per l’abolizione del job’s act voluto dalla Cgil di Landini.
«Non credo che avrebbe molto senso partecipare a una battaglia con gli occhi che guardano indietro. Penso che sia stato un errore abolire l’articolo 18. Ma non farei di questo l’oggetto di un referendum».

Sul decreto Caivano contro la criminalità giovanile.
«Guardate che anche la sinistra deve essere per la sicurezza e la legalità. Dobbiamo smetterla di regalare questi temi alla destra. Perché anche tra i nostri elettori c’è chi chiede, e giustamente, maggiore sicurezza. Certo questo governo ci ha abituato a promesse roboanti e scelte poco coerenti con quelle promesse. La criminalità, anche quella giovanile, va repressa con durezza. Non possiamo però pensare che quella repressione sia l’unica risposta dello Stato. Se infatti si tagliano contemporaneamente i soldi per la cultura, la scuola, le periferie, non siva molto lontano».

È finita la luna di miele degli italiani con questo governo?
«La luna di miele direi di sì. L’appoggio è invece ancora diffuso. Ma non è necessario essere iscritti al PD per vedere che la linea dei porti chiusi è fallita miseramente. Il numero degli sbarchi di immigrati quest’anno è raddoppiato. I sindaci di centro, destra e sinistra non sanno più dove mettere i nuovi arrivati. Ormai è chiaro che senza un seria programmazione degli ingressi, con affermazioni ideologiche vuote di contenuto non si va da nessuna parte».

Quindi Bonaccini elogia Schlein: «Ha fatto bene a lanciare la battaglia sul salario minimo. E’ una questione di civiltà. Tra i tre milioni e mezzo di lavoratori sotto i 9 euro l’ora ci sono elettori di tutti gli schieramenti. È una battaglia per tutti. Ricordo che il ministro Orlando aveva presentato una proposta sul tema che era stata bocciata dai partiti di destra».

L’altro tema su cui il PD promette battaglia «è quello della sanità. Non si può far scendere la spesa sanitaria sotto il 7,5 per cento del Pil. Dobbiamo portare le persone in piazza, davanti agli ospedali per chiedere che non si taglino le risorse alla sanità pubblica».

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