“L’autopsia parla chiaro: potrebbe essere correlata al siero” Il professor Barbaro analizza il risultato delle analisi fatte sul corpo di Martina Morelli, morta a 23 anni lo scorso agosto per un malore improvviso

Martina Morelli, 23enne di Montepaone, è morta lo scorso agosto per un malore improvviso. La ragazza è deceduta nella sua abitazione accanto alla mamma, in attesa di un’ambulanza arrivata, ancora una volta, demedicalizzata. Forse, anzi sicuramente, per Martina si poteva fare di più. Per tale ragione i familiari, sotto shock per quanto accaduto, hanno esposto denuncia ai Carabinieri per capire cosa è accaduto; la Procura ha pertanto aperto un fascicolo e disposto l’esame autoptico. A distanza di 10 giorni, i risultati svelano la causa della morte: un infarto dovuto ad un’aritmia maligna ha spezzato la vita della 23enne.

Secondo il prof. Giuseppe Barbaro, specialista in Medicina Interna e in Cardiologia e nello studio delle complicanze cardiovascolari associate a malattie virali, responsabile del Servizio di Cardiologia ed Ecocardiografia presso l’Azienda Ospedaliera Umberto I, il Policlinico di Roma – La Sapienza, il malore potrebbe essere correlato al vaccino Covid. Il Professore spiega che: “si tratta di effetti avversi molto comuni nei giovani, dove purtroppo anche una miocardite può avere esito subclinico con cicatrici fibrotiche non ischemiche. Si crea una sorta di instabilità elettrica che in condizioni di stress o sforzo fisico, può generare aritmie maligne”.

Nel caso di Martina, la crisi cardiaca è sopraggiunta a riposo: la ragazza infatti, era a letto con la madre. L’esperto aggiunge: “tra gli effetti avversi del vaccino Covid, ha evidenziato l’esperto, ci sono anche “neuropatie delle piccole fibre nervose che provocano una disautonomia del sistema nervoso, generando tachicardie e bradicardie con asistolia, soprattutto a riposo con aumento dell’attività vagale“. Casi frequenti, eppure poco indagati perché “le autopsie sono insufficienti o incomplete per una serie di motivi che vanno dalle circostanze in cui avviene il decesso, al volere della famiglia”.

“Nello specifico, non viene ricercata la proteina spike vaccinale che, oltre ad essere visibile nel tessuto cardiaco è anche distinguibile da quella di origine virale naturale. In oltre il 40% dei vaccinati sono stati individuati anticorpi antirecettori alfa e beta e un mancato adattamento della frequenza cardiaca all’attività fisica, tant’è che la morte improvvisa sopraggiunge su base autoimmune”, conclude l’esperto.

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