La caduta di Berlusconi nel 2011 fu un colpo di stato! Quello che molti capirono e denunciarono all’epoca, confermato ‘come se niente fosse’ dal criminale Sarkozy, colui che distrusse la LIbia per evitare che facesse accordi commerciali con la nostra nazioni

Nicolas Sarkozy ha esplicitato quel che da tempo è chiaro a tutti. 

Silvio Berlusconi non si dimise volontariamente ma fu fatto fuori, e fu fatto fuori non in nome di ciò che potremmo recriminargli ma sulla base di posizioni buone e giuste.

In particolare, quando fu convocato da Sarkozy e la Merkel, Berlusconi “cominciò a spiegare che non avevamo capito che non c’erano rischi sui mercati internazionali, perché il debito pubblico italiano era nelle mani degli italiani.” Emettendo titoli di Stato e dando la possibilità agli italiani di scommettere sull’Italia, gli italiani lo avrebbero fatto.

Tutto questo è sacrosanto. 

Ma Sarkozy lo definisce folle. A quel punto “il problema dell’Italia era lui!” e bisognava “sacrificarlo”.

Oh italiani, gettate via la Costituzione. È messo nero su bianco che fu fatto cadere volontariamente un governo venuto fuori da elezioni democratiche (a differenza dei successivi) e va bene così.

Esce l’autobiografia di Sarkozy: “Io e Merkel chiedemmo a Berlusconi di dimettersi”

“Ci fu tra di noi un momento di grande tensione quando ho dovuto spiegargli che il problema dell’Italia era lui! “, scrive l’ex presidente della Francia

tratto da Rai News

“Angela Merkel e io decidemmo di convocare Berlusconi per convincerlo a prendere ulteriori misure per provare a calmare la tempesta in atto”, cercando di convincerlo “a lasciare la guida del governo”. Lo scrive Nicolas Sarkozy nel libro ‘Le temps des combats’ (Il tempo delle battaglie) in uscita oggi in Francia per l’editore Frayard ricordando il G20 di Cannes del novembre 2011.

In alcuni passaggi dell’autobiografia dell’ex presidente pubblicati dal Corriere della Sera, Sarkozy spiega di essere “rattristato per la scomparsa di Berlusconi”, e poi ricostruisce gli eventi, partendo dal 26 aprile 2011, quando arriva a Roma per un bilaterale franco-italiano. “Le nostre relazioni avevano iniziato a peggiorare – ricorda -. Berlusconi stava diventando la caricatura di se stesso. L’imprenditore brillante, l’uomo politico dall’energia indomabile, non era più che un lontano ricordo. Il triste episodio del ‘Bunga-Bunga’ aveva annunciato una fine poco gloriosa”.

Tornando al summit di Cannes, Sarkozy ricorda che si era occupato del collasso greco, ma, “a questo punto si trattava di salvare la terza economia dell’eurozona: l’Italia”. Ed è per questo che assieme alla cancelliera tedesca Angela Merkel “decidemmo di convocare Berlusconi per convincerlo a prendere ulteriori misure per provare a calmare la tempesta in atto”. Il premier italiano “cominciò a spiegare che non avevamo capito che non c’erano rischi sui mercati internazionali, perché il debito pubblico italiano era nelle mani degli italiani. Voleva creare altro debito da mettere sulle spalle solo dei suoi compatrioti. Tutto ciò era abbastanza delirante”.

“Ci fu tra di noi un momento di grande tensione – scrive quindi sul libro -, quando ho dovuto spiegargli che il problema dell’Italia era lui! Angela e io eravamo convinti che era diventato il premio per il rischio che il Paese doveva pagare ai sottoscrittori dei titoli del Tesoro. Pensavamo sinceramente che la situazione sarebbe stata meno drammatica senza di lui e il suo atteggiamento patetico. L’ora era grave. Abbiamo dovuto sacrificare Papandreu (all’epoca premier greco) e Berlusconi per tentare di contenere lo tsunami. I mercati hanno capito che noi auspicavamo le dimissioni di Berlusconi. È stato crudele, ma necessario”.

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