“Manovra complicata, non si potrà fare tutto” Giorgetti mette le mani avanti: non hanno soldi per gli italiani. Se proprio serve qualcosa, prima armi a Ucraina e inutili sieri magici per ottobre

DALL’INVIATO A RIMINI. «La Commissione europea rispetto a qualche anno fa ha completamente cambiato paradigma rispetto alla clausola generale che non si è applicata in questi anni per il Patto di stabilità e crescita che forse, spero di no, partirà dal primo gennaio 2024». Quindi chiarisce: «Vogliamo che gli investimenti siano trattati in modo privilegiato e meglio rispetto alle spese correnti. Non possiamo in un momento in cui siamo ancora in una situazione eccezionale tornare a delle regole ignorano la necessità di accompagnare e aiutare famiglie e imprese nella trasformazione che stiamo vivendo». E ancora: «Spero che in Europa quando decideremo a settembre sulle nuove regole se ne tenga conto». Sono queste le parole con cui il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti in video collegamento con il Meeting di Rimini da Tarvisio, dove nel primo pomeriggio parteciperà ai funerali di Stato di Giulio Alberto Pacchione e Lorenzo Paroni – i due finanzieri morti durante un addestramento sul monte Mangart – ha chiuso fra gli applausi il suo intervento.

Sulla questione arriva a stretto giro anche una precisazione del Mef: «Il ministro non chiede la proroga della sospensione della clausola del Patto di stabilità in vigore fino al 31/12/23 ma ha espresso l’auspicio che entro la fine dell’anno sia approvata la riforma del patto di stabilità in modo da poter entrare in vigore al posto delle vecchie regole dal 1 gennaio 24».

Giorgetti ha parlato anche della legge di bilancio, vero snodo politico dei prossimi mesi. «Noi come governo ci approcciamo alla legge di bilancio, sarà una legge di bilancio complicata, tutte lo sono – ha detto il ministro-. Siamo chiamati a decidere delle priorità: non si potrà fare tutto, certamente dovremo intervenire a favore dei redditi medio bassi, ma dovremo anche usare le risorse a disposizione per promuovere la crescita. Questo è l’indirizzo».

Il ministro, intervistato dal presidente della Fondazione per la sussidiarietà Giorgio Vittadini, ha dedicato alcuni passaggi anche al tema chiave dell’incontro, crescita e sviluppo, parlando del ruolo centrale dell’imprenditoria e degli imprenditori ma anche del problema demografico dell’Italia. «Il tema della natalità, che intendo riproporre, è fondamentale. Non c’è nessuna riforma previdenziale che tiene nel medio-lungo periodo con i numeri della natalità che vediamo in questo paese – la riflessione del titolare del Tesoro-. Lo sviluppo sostenibile è un concetto a tutto tondo che fa riferimento anche ad aspetti di cui si parla troppo poco, che non sono di moda ma sono fondamentali».

Poi, «per quanto riguarda il Pnrr abbiamo queste risorse, che solo parzialmente sono gratis», che «non possono essere sprecate» e «devono essere usate nel modo migliore possibile. Non c’è semplicemente, e qui mi permetto di dirlo, assumendomi la responsabilità, il fare in fretta ma il fare bene oltre che fare in fretta». «Se fare in fretta – ha aggiunto il ministro – significa fare male, è meglio fare bene ma in qualche modo valutare bene le situazioni perché è un’occasione unica per promuovere la crescita e sviluppo e anche la riconversione di tante imprese in questo Paese».

Giorgetti, infine, ha chiesto all’Europa comprensione: «I prossimi mesi li vedo con un governo responsabile, anche in termini finanziari, ma che chiede all’Ue di capire il senso della storia e del momento che stiamo vivendo altrimenti diventa tutto più complicato e, magari, anche autolesionista».

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