Infermiere si toglie la mascherina in reparto, il Primario chiama la Polizia. L’azienda ospedaliera gli ha contestato un’azione disciplinare

Un episodio avvenuto il 17 agosto scorso presso l’Ospedale di Lecco ha fatto sussultare le forze dell’ordine, quando un infermiere si è momentaneamente tolto la mascherina. Il panico che ne è derivato ha portato persino alla chiamata del numero di emergenza 112 da parte del primario, generando una risposta inaspettata.

tratto da Nurse Times

L’episodio è stato innescato da un breve istante in cui l’infermiere ha deciso di liberarsi dalla mascherina, probabilmente per bere o mangiare un biscotto. Il primario, preso dalla paura e dall’ansia legate al contesto pandemico, ha tempestivamente contattato le forze dell’ordine, riferendo un’azione che riteneva essere un reato grave.

Le forze dell’ordine, ricevendo una comunicazione frammentaria e non del tutto accurata dall’operatore del 112, hanno prontamente risposto all’ospedale, aspettandosi di trovarsi di fronte a una situazione di conflitto con parenti aggressivi, come spesso accade. Tuttavia, la situazione si è rivelata ben diversa da quanto immaginato.

Una volta sul posto, i poliziotti hanno rassicurato il primario, spiegandogli che al momento non indossare la mascherina non costituisce un reato. L’unica possibile conseguenza potrebbe essere un’infrazione disciplinare. L’azione dell’infermiere, infatti, potrebbe essere stata motivata da una breve pausa lavorativa, durante la quale ha pensato di concedersi un momento di sollievo.

Grazie al consiglio competente dei poliziotti, l’Azienda Ospedaliera ha scelto di contestare all’infermiere un’infrazione disciplinare.

L’infermiere si è rivolto all’Ufficio Legale dell’Associazione Avvocatura Degli Infermieri, che sta fornendo la sua assistenza legale in questa delicata situazione.

Sarà quindi compito dell’associazione difendere l’infermiere dall’accusa di aver violato il protocollo anti-COVID, sostenendo che il gesto è avvenuto durante una legittima pausa lavorativa.

In un contesto in cui la mascherina è diventata un simbolo di prevenzione, è essenziale assicurarsi che le risposte siano proporzionate alle situazioni reali e che il personale medico sia adeguatamente istruito sulla gestione delle emergenze senza scatenare panico ingiustificato.

QUESTO DICE LA NORMA VOLUTA DAL GOVERNO DEI TRADITORI GUIDATO DALLA DUCETTA

Dal prossimo 1° maggio fino al 31 dicembre 2023, l’obbligo di mascherina all’interno degli ospedali resterà in vigore in quei reparti che ospitano pazienti fragili, anziani o immunodepressi, specialmente se ad alta intensità di cura. L’obbligo è esteso ai lavoratori, agli utenti e ai visitatori delle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali, comprese le strutture di ospitalità e lungodegenza, le residenze sanitarie assistenziali, gli hospice, le strutture riabilitative, le strutture residenziali per anziani, anche non autosufficienti, e comunque le strutture residenziali.

A stabilirlo è l’ordinanza firmata oggi dal ministro della Salute, Orazio Schillaci.

Quanto agli altri reparti ospedalieri e nelle sala di attesa, la decisione sull’utilizzo di dispositivi di protezione delle vie respiratorie da parte di operatori
sanitari e visitatori resta alla discrezione delle Direzioni Sanitarie, che possono disporne l’uso anche per tutti coloro che presentino sintomatologia respiratoria.

Per quanto riguarda gli ambulatori medici, la decisione sull’utilizzo di dispositivi di protezione delle vie respiratorie resta alla discrezione dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta.

La decisione sull’esecuzione di tampone diagnostico per infezione da Sars-CoV-2 per l’accesso ai Pronto soccorso è rimessa alla discrezione delle Direzioni Sanitarie e delle Autorità Regionali.

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