Rissa alla Giornata mondiale della gioventù a Lisbona: accolti a colpi di pietre i ragazzi delle associazioni Lgbt provenienti dagli Stati Uniti

Spintoni e furto di bandiere rainbow alla veglia di preghiera. Gli integralisti intonano canti penitenziali in latino, i gruppi arcobaleno ricordano le parole di Papa Francesco: «Nella Chiesa c’è posto per tutti, non abbiate paura»

«Chi tra voi è senza peccato scagli la prima pietra» dice Gesù nel Vangelo di Giovanni. Una lezione di misericordia e di perdono che sottolinea l’importanza di guardare a se stessi, prima di giudicare gli altri. Un insegnamento universale, si dirà, ma che non trova d’accordo i cattolici più integralisti. Sì, perché durante la veglia di preghiera finale della Giornata mondiale della gioventù di Lisbona (GMG), le associazioni di cattolici Lgbtq hanno denunciato di essere stati prese di mira con insulti, spintoni e sassi, e di aver subito il furto delle bandiere arcobaleno, simbolo di questo movimento.

A segnalarlo è il portale su fede e omosessualità Gionata.org che pubblica il comunicato, tradotto in italiano, di quattro associazioni partecipanti al «Centro Arcobaleno» promosso dal Global Network Rainbow Catholics (GNRC): il Centro Arco-íris (Portogallo), la CRISMHOM (comunità cristiana ecumenica di Madrid), Dignity USA (Stati Uniti) e Ichtys cristianə LGBTH di Siviglia.

L’irruzione degli integralisti alla messa
Uno dei momenti più tesi è stato l’interruzione, durante una messa a in una parrocchia di Lisbona, dove un gruppo di cattolici integralisti ha interrotto la cerimonia con canti in latino e l’esposizione di crocifissi. Rafael Da Silva, il giovane ultraconservatore che ha guidato la «preghiera di riparazione», ha condiviso sui social un commento in cui afferma: «Invece di cercare l’accettazione e gli applausi del mondo, tutti affronteranno il fuoco dell’Inferno». Questa dimostrazione è stata fermata dalla polizia poco dopo: «Ciò è avvenuto nonostante il fatto che l’Eucaristia è forse il più sacro dei sacramenti della nostra fede comune» si legge ancora nel comunicato.

Prima gli insulti, poi i sassi
Non è stato l’unico episodio omofobo. Durante la veglia di preghiera di sabato 5 agosto, con un milione e mezzo di fedeli, gli appartenenti delle associazioni Lgbt provenienti dagli Stati Uniti sono stati minacciati e costretti a lasciare l’evento a causa dell’ostilità di alcuni partecipanti. Secondo quanto riferisce il GNRC, «non si sono sentiti al sicuro dopo che diversi altri partecipanti alla GMG hanno ripetutamente messo in questione la loro presenza, la loro conoscenza del cattolicesimo, la bandiera arcobaleno, e hanno chiesto loro dove erano sistemati». A quanto si apprende, non c’è stato uno scontro fisico, ma «insulti, spintoni, lancio di sassi e anche il furto della bandiera lgbtq+ che portavano». E così gli americani lgbtq+ «sono stati obbligati a abbandonare l’incontro e hanno passato buona parte della notte in una stazione di polizia per fare denuncia».

Battaglio (Gionata.org): non c’è posto per noi
«Perché alla GMG di Lisbona non c’è stato posto per le persone Lgbt+?» titola il portale Gionata.org. A rispondere è Massimo Battaglio, collaboratore del progetto online. «Non c’è posto per noi, le persone cattoliche Lgbt+ sono state cacciate via con la violenza». Ma come si sentono oggi le persone omosessuali nella Chiesa di Francesco? «I sentimenti sono altalenanti – continua Battaglio –. Un giorno ci sono dichiarazioni di apertura e il giorno dopo si verificano episodi di vera e propria omofobia, come in questo caso. Il che significa che le dichiarazioni non servono a nulla. Nei primi giorni della GMG, il Papa ha accolto delle persone transgender, ma l’omofobia è così radicata, anche tra i giovani, da annullare ogni buona intenzione». Battaglio sottolinea che «non stiamo parlando di teoria o di aperture dottrinali ma di violenza vera e propria» e si interroga su come sia possibile partecipare a un raduno cattolico di così vaste dimensioni «dimenticando il Vangelo e pure il Catechismo a loro tanto caro, che invece insegna di accogliere le persone omosessuali “con rispetto, compassione, delicatezza. Al loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione”».

«Ci troviamo di fronte a un comportamento delinquenziale – aggiunge Battaglio – non all’espressione di un’opinione. La famigerata “ideologia gender”, posto che esista, non ha mai fatto male a nessuno. Le pietre sì. Non è tollerabile che si manifesti la propria fede con questa violenza». E continua: «Il fatto che nessuno dalle gerarchie abbia levato una voce fa sospettare che le sventolate aperture non siano altro che dei pannicelli caldi per far stare buone le persone Lgbt occidentali». La Chiesa di Papa Francesco è più aperta rispetto al passato sui cattolici omosessuali? «È vero che ci sono aperture – risponde il collaboratore del portale Gionata.org – Li sottolineiamo perché ci dispiace troppo che la Chiesa in realtà non ci ami, ma di fronte a queste cose, guardare il bicchiere mezzo pieno quando quello vuoto è pieno di dolore significa fare un ulteriore torto alle vittime di cui non si è abbracciato fino in fondo il torto subito». Non c’è spazio per il perdono? «Il perdono – conclude Battaglio – è un valore fondamentale per i cristiani ma nessuno può perdonare per conto terzi. Qualcuno è andato a chiedere come si sentono queste persone? Perché loro – e non chi ne parla tanto a sproposito – spetta perdonare. Il perdono, come raccontato dal Vangelo di Matteo, richiede una serie di passaggi. Primo dei quali è il pentimento».

Nonostante gli episodi di intolleranza, le associazioni arcobaleno hanno evidenziato esperienze positive, come l’apertura del «Rainbow Center» di Lisbona, un luogo di incontro e preghiera inclusivo nel quartiere Lumiar. Hanno espresso gratitudine per la solidarietà ricevuta da alcuni pellegrini e hanno auspicato che i valori di inclusione e rispetto espressi da Papa Francesco si traducano in azioni concrete all’interno della Chiesa. La GMG, scrivono le associazioni, «ha offerto a qualunque partecipante l’esperienza di incontro e formazione con altre persone cristiane LGBT, nonostante non sia stato possibile includere le sue attività nel programma ufficiale, apparentemente per ragioni formali legate alle tempistiche, il che ci porta a sperare che nella prossima GMG saranno incluse».

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