Giorgia Meloni, il suo totale voltafaccia alle promesse elettorali dimostrato dalle parole di Mario Monti: l’indegno parassita l’ha riempita pubblicamente di complimenti

Monti è costretto ad ammetterlo: “Meloni da premier è visibilmente e inattesamente brava”
di Guido Liberati per Il Secolo d’Italia

È costretto ad ammetterlo anche Mario Monti, l’ex presidente del Consiglio e senatore a vita, venerdì 4 agosto è intervenuto all’evento Piazza Asiago, condotto da David Parenzo e Alessandro De Angelis, spiazzando in primis la platea che si attendeva una brutale arringa contro Giorgia Meloni.

Il titolo dell’evento era infatti una specie di capo d’accusa. “L’Europa s’è destra? Come i sovranismi stanno spazzando via la democrazia in Europa”. Come se essere conservatori fosse l’equivalente di “non democratici”. Diretta streaming su Repubblica, La Stampa e Huffington Post, tutti in attesa dell’attacco a pallo incatenate nei confronti di Giorgia Meloni. Invece Monti è stato costretto ad ammettere ciò che la stampa internazionale riporta ormai da mesi. Forse per questo nessuno di questi giornali ha riportato le frasi di Monti l’indomani. 

«Secondo me Meloni viene apprezzata in Italia e all’estero perché è brava». Come riporta il Corriere della Sera l’endorsment per la leader di Fratelli d’Italia nonché presidente del Consiglio non lascia margini di dubbio. «Meloni è secondo me visibilmente brava, inattesamente brava», ha aggiunto il senatore a vita. Insomma, non ci sono margini di dubbio. Una frase che ha gelato la platea che sperava in una sonora bocciatura da parte del Professore. Macché, per essere chiari: «Credo che la Meloni abbia perfettamente capito che per chiunque governi l’Italia se si va troppo fuori dalle linee tracciate dall’Europa sul bilancio il governo cade in due settimane».

Monti sulla Meloni: “È visibilmente brava, inattesamente brava”

Secondo Monti la scelta sarebbe quindi frutto di un’attenta strategia politica: «Siccome sono state fatte nel 2022 delle promesse elettorali, che anche da Meloni promettevano più disinvoltura sui conti pubblici, se il presidente del Consiglio capisce che su certi temi non si può scherzare, delude la sua base elettorale su quel tema, e su altri deve infierire un po’ di più. Gli uomini e le donne dell’economia possono pensare che le questioni finanziarie siano le più importanti, quelli interessati da quelle civili si trovano molto più in difficoltà».

Il professor Monti tenta semmai di bacchettare la Meloni cavillando sul termine patrioti:  «I patrioti non erano nazionalisti che si battevano per i singoli pezzi della futura Italia ma erano persone che si battevano fino alla morte per un’Italia che ancora non c’era». Finita la lezione di storia è passato all’Economia. «Tutto quello che viene detto e praticato sul fisco è una diseducazione folle». Del resto, c’è da capirlo: teoria di Monti non è dissimile dal ministro Padoa-Schioppa che definiva le tasse cime “una cosa bellissima”.

Monti non si è lasciato sfuggire una battuta pungente: «In Italia si risolverebbe l’annoso problema del debito pubblico se si potesse mettere un’imposta sul trasformismo. Questa tassa non c’è perché noi, inclusi i nostri media, abbiamo la memoria corta e pretendiamo poco dai politici che eleggiamo», ha aggiunto Monti. Forse il messaggio era all’attuale governo: a molti sono venuti in mente gli eletetti di Scelta Civica e lo stesso Monti, che divenne Commissario Ue grazie al governo Berlusconi. 

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