Reddito da divano, la peggio feccia affianca i Cinquestelle nella speranza di far montare la protesta di chi ha goduto per tre anni di uno stipendio in cambio del nulla

ROMA. Sono in corso contatti tra l’Anci e il ministero del Lavoro per cercare di risolvere alcuni problemi tecnici che causano lo scarto temporale tra il momento in cui viene revocato il Reddito di cittadinanza e l’effettiva verifica sugli aventi diritto (il cui termine ultimo ĆØ dicembre): in diversi casi il Reddito potrebbe quindi essere revocato e poi riattribuito. ƈ quanto si apprende dall’Anci. L’Inps non avrebbe inoltre potuto mettere a disposizione tutti i dati dei beneficiari e ciĆ² ha creato difficoltĆ  ai Comuni nel redigere gli elenchi dei nuclei familiari fragili.
E dalla provincia di Palermo arriva una storia do esasperazione e disperazione. ƈ quella di un uomo di 62 anni, di Terrasini, che appena ha appreso che stava per perdere il Reddito di cittadinanza ha fatto irruzione della stanza del sindaco e ha buttato nella stanza una bottiglia di benzina. A fermarlo sono stati i componenti dello staff del sindaco. L’uomo ĆØ riuscito a fuggire ai controlli posti all’ingresso del palazzo. Lo apprende LaPresse dallo staff del sindaco. L’uomo ha gettato la bottiglia per terra dicendo: Ā«Mi do fuoco, brucio tutto, non mi aiuta nessuno e sono disperatoĀ». Il segretario comunale ha tentato di calmarlo. Poi sono intervenuti i Carabinieri. L’uomo ĆØ stato portato in ambulanza all’ospedale di Terrasini per accertamenti.

La rabbia
Una situazione complessa. Gli assistenti sociali hanno giĆ  suonato il campanello dā€™allarme, perchĆ© il tortuoso sistema di sospensione del reddito di cittadinanza e di potenziale riattivazione del sussidio in presenza di determinati requisiti scarica tutto sulle loro spalle. Scarica aspettative, speranze ma soprattutto rabbia. La rabbia di essersi visti togliere dal giorno alla notte, e per di piĆ¹ con un sms, quelle poche centinaia di euro al mese che possono fare la differenza per chi vive in una situazione di indigenza.

Il caso Napoli
A Napoli la situazione ĆØ delicata. Il capoluogo campano (con la sua provincia, pari a 92 Comuni) conta 21.500 provvedimenti di sospensione del Reddito di cittadinanza. Un numero che non ha uguali in nessuna altra parte d’Italia. La provincia di Roma, giusto per fare raffronti, segue infatti con un’altra cifra considerevole, ma pari a 12.225 comunicazioni di stop, mentre in quella di Palermo ne sono arrivate finora 11.573.

La platea di chi resta con un pugno di mosche e dovrĆ  affrontare il nuovo sistema voluto dal Governo Meloni con la possibilitĆ , certamente non concreta, di trovare lavoro ĆØ ampia. E in questo bacino di disperati e arrabbiati cā€™ĆØ il rischio che si inneschi la miccia di una protesta incendiaria. Lo temono gli assistenti sociali, lo sottolinea il Governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca. Nei giorni scorsi la categoria ha inviato una nota congiunta a De Luca, allā€™assessore regionale Lucia Fortina, al presidente dellā€™Anci e ai 5 prefetti lamentando la Ā«gravitĆ  della situazione in cui saranno coinvolti gli uffici di servizio sociale di tutti i Comuni e ambiti territoriali della Regione CampaniaĀ» ed evidenziando il rischio di Ā«azioni di aggressione agli assistenti socialiĀ».

Con lā€™sms di sospensione del Rdc, il Governo ha infatti rimandato ogni beneficiario ad una eventuale presa in carico degli assistenti sociali. Questi ultimi, lo prevede il meccanismo di sospensione del sussidio, devono valutare se ci sono le condizioni di riattivazione, in tal caso mettono al corrente lā€™Inps che provvederĆ  a liquidare gli importi mensili sospesi fino al 31 dicembre 2023. Ā«Purtroppo questa dicitura – ha spiegato Gilda Panico, presidente degli assistenti sociali della Campania – ha fatto scoppiare i servizi, perchĆ© il cittadino va ai servizi sociali ma i Comuni non possono dare risposte, noi siamo vicini alle persone, sicuramente i colleghi ascolteranno ma non possono dare risposte perchĆ© in questo momento non ci sono fondi del Comune, ma i cittadini corrono ai servizi socialiĀ». Per Panico uno dei problemi seri di questo caos sta nella mancata individuazione di Ā«adeguate linee guidaĀ». Senza un protocollo chiaro da seguire, non ci possono essere risposte nette da dare a unā€™utenza imbufalita e la conseguenza peggiore ĆØ quella di disordini sociali. Pure il presidente della Regione Campania evidenzia la scivolositĆ  del sistema. Se da un lato, ha osservato De Luca, ĆØ il meccanismo di sospendere il reddito e di indirizzare gli ā€˜esclusiā€™ ai servizi sociali ĆØ Ā«teoricamente correttoĀ», dallā€™altro non si puĆ² non tenere conto della situazione attuale: Ā«Abbiamo una condizione dei Comuni che ĆØ da disperazione, a volte non c’ĆØ personale neanche per i servizi essenziali. Rischiamo quindi di orientare verso il nulla migliaia di personeĀ». Per De Luca, dunque, ĆØ essenziale gestire la situazione con grande tatto: Ā«Evitiamo esasperazioni, ma cerchiamo di aprire un dialogo con i Comuni, con le personeĀ», ha sottolineato, stigmatizzando quando fatto dal Governo con il famoso sms. Ā«Si sapeva che ci sarebbe stata – ha aggiunto – questa scadenza, ma quando parliamo di famiglie, di persone, non possiamo usare l’algoritmo o l’sms, bisogna fare un lavoro di preparazione. Ora dobbiamo lavorare in due direzioni: la solidarietĆ , innanzitutto, per la povera gente vera, e poi anche la trasparenza, provare a correggere anche alcune distorsioni registrate in questi anni, parlo di fenomeni speculativi, di parassitari che vanno cancellati. Ricordo perĆ² che questo intervento del Governo esclude dal taglio del reddito le famiglie che hanno minori a carico, persone sopra i 65 anni, disabili. Anche questa cosa andava preparata meglio, perchĆ© queste famiglie hanno avuto la sensazione di aver perduto tuttoĀ».

La piazza si fa sentire
Ai politici tocca trovare la soluzione migliore e bisogna fare presto. La ā€˜piazzaā€™ fa giĆ  sentire la sua voce. Stamattina davanti alla sede dellā€™Inps molti (ormai ex) percettori del reddito di cittadinanza hanno aderito alla protesta organizzata da Potere al Popolo. Qualcuno ha esibito uno striscione: Ā«La guerra tra i poveri la vincono i ricchiĀ», cā€™era scritto. Ā«Da agosto, 169 mila famiglie saranno piĆ¹ ricattabili e costrette ad accettare qualunque offerta di lavoro arrivi, anche quelle sottopagate, perchĆ© si ritroveranno senza alcuna fonte di reddito – ha commentato Giuliano Granato, portavoce nazionale di Potere al Popolo e membro del coordinamento nazionale di Unione Popolare -. Il governo Meloni fa la guerra ai poveri, ma intanto propone la pace fiscale per gli evasori e per le grandi imprese, che macinano profitti su profitti. ƈ un Robin Hood al contrario: toglie ai poveri e dĆ  ai ricchi, ad esempio GS-Carrefour ha potuto godere di uno sconto di 15 milioni di euro su una cifra che doveva restituire allo stato in virtĆ¹ di una frode fiscale, grazie alle sanatorie della finanziaria di dicembre 2022Ā».

Scavalca la censura di regime dei social. Seguici via Telegram, basta un clic qui >https://t.me/capranews

Total
0
Shares
Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarĆ  pubblicato.

Previous Article

ā€œQuando inserite la tesseraā€¦ā€. Bancomat, scoperta lā€™ultima truffa. Dopo soli 40 secondi i tuoi soldi spariscono

Next Article

Carlo Calenda dalla spiaggia radical-chic lancia i suoi strali contro i galoppini di Renzi a cena al Twiga: sta gentaglia litiga come all'asilo mentre l'Italia cola a picco

Related Posts