Giornalisti bloccati in carrozza all’inaugurazione del treno diretto Roma-Pompei: Meloni si presenta all’inaugurazione al posto di Santanchè. La sicurezza la tiene lontana dai pennivendoli per evitare domande sui casi scomodi delle ultime settimane

AGI – Ore 9.20, stazione Termini, Roma. Parte da qui – precisamente dal binario 1, Gate A -, il primo viaggio del Frecciarossa 1000 diretto Roma-Pompei, il nuovo servizio ferroviario nato dalla collaborazione tra il Ministero della Cultura e Ferrovie dello Stato italiane. È domenica, la stazione è pienissima: turisti che arrivano e romani che partono.

Dopo il Covid l’Italia sta ripartendo. Ricordiamo tutti come fosse ieri Termini durante la pandemia: la stazione deserta e i treni bloccati, la campagna vaccinale e la lenta ripartenza con le mascherine. Oggi i sorrisi hanno sostituito tutto questo. Al ‘punto accrediti’ tutto è organizzato alla perfezione. Arrivano studenti e colleghi. Alle 8.30 in punto abbiamo fatto tutto il necessario: ora c’è solo da aspettare la partenza. Siamo sui binari.

L’arrivo della premier Meloni 

Una quarantina di minuti dopo, mentre stiamo per partire, la sorpresa: si vede spuntare un capannello di persone, polizia e carabinieri. La soglia di sicurezza si alza. Arrivano diverse persone, molte sono in giacca e cravatta. Sono uomini della scorta. Al centro c’è la premier Giorgia Meloni: ha un vestito bianco e dei pantaloni beige. Oggi pomeriggio dovrà essere a Tunisi con il presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen e il primo ministro olandese Mark Rutte, ma ha deciso di passare la mattinata a Pompei per visitare gli Scavi.

È una giornata importante sul fronte migranti, ma – in chiave nazionale – lo è anche per i trasporti e per il turismo. Il diretto Roma-Pompei è infatti un primo passo di una lunga camminata che porterà l’Italia a essere un Paese più moderno e funzionale, salvaguardando però “il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”, ha ricordato il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano che, mercoledì scorso, ha parlato di questa come di un’iniziativa di ‘Sistema’. Proprio Sangiuliano, insieme all’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato Luigi Ferraris, passeggia accanto alla Meloni. Assieme a loro anche la sorella Arianna. I quattro salgono sul convoglio. Si parte.

L’iniziativa vuole unire l’immenso patrimonio culturale e storico di Roma con quello della città campana. Il treno di punta della flotta di Trenitalia, capofila del Polo Passeggeri del Gruppo FS, diviene così un mezzo di promozione turistico-culturale per unire il Paese nel segno della valorizzazione delle sue ricchezze storiche, ora sempre più accessibili.

Il collegamento diretto tra la Capitale e uno dei siti archeologici più famosi al mondo sarà effettuato ogni terza domenica del mese e i viaggiatori e turisti di potranno andare e tornare in giornata da Roma a Pompei.

Gli orari del treno 

La partenza è infatti prevista al mattino da Roma Termini alle 8.53 con fermata a Napoli Centrale alle 10.03 e arrivo alla stazione di Pompei alle 10.40. Ad attendere i viaggiatori diretti agli Scavi il bus navetta Pompei Link. Il ritorno è alle 18.40 con fermata a Napoli Centrale alle 19.23 e arrivo a Roma Termini alle 20.55.

“Il progetto che abbiamo lanciato con il ministero della Cultura unisce cultura e innovazione”, ha sottolineato l’amministratore delegato del Gruppo FS Luigi Ferraris mercoledì scorso in occasione della conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa.

“Con i nostri treni, che rappresentano anche spazi di incontro e condivisione, portiamo sempre più persone in quei luoghi dove si fa cultura o che attraggono per le loro peculiarità storiche e artistiche”, ha spiegato.

Il nuovo collegamento si aggiungerà alle 50 corse giornaliere, andata e ritorno, oggi già esistenti tra Roma e Pompei, che prevedono l’arrivo a Napoli Centrale con l’alta velocità e il proseguimento a destinazione con i treni regionali di Trenitalia dalla stazione di Piazza Garibaldi.

Anche il nuovo collegamento con i bus Freccialink si aggiunge ai 2 Napoli Afragola-Pompei, attivi durante la stagione estiva, in connessione con i Frecciarossa sulla rotta Milano-Roma-Napoli.

La sicurezza impedisce ai giornalisti di fotografare l’arrivo della premier per l’inaugurazione sul convoglio diretto a Pompei. Porte sbarrate in faccia agli inviati. Santanché diserta la visita.

di Ilario Lombardo per La Stampa

INVIATO SUL TRENO A POMPEI. Chiusi dentro un treno, con le porte sbarrate, mentre passa Giorgia Meloni. Non sono ancora le 9 del mattino. Il treno speciale per Pompei è fermo al binario 1. Manca ancora mezzora alla partenza. «Signori dovete salire sopra ora» avvertono. I giornalisti sono alla stazione Termini, invitati da Trenitalia, per raccontare il primo viaggio del treno veloce Roma-Pompei. Ci sono alcuni inviati, anche di testate straniere, in pantaloncini, pronti ad affrontare i 40 gradi di torrido tour tra gli scavi. Non tutti sanno che sul treno c’è anche la premier Giorgia Meloni e per questo motivo la sicurezza si fa più severa. Ci doveva essere anche la ministra del Turismo Daniela Santanchè, ma alla fine ha disertato, forse per evitare di esporsi alle domande sulle inchieste che la coinvolgono.

Meloni arriva al binario per l’inaugurazione del treno Roma-Pompei

I giornalisti vengono invitati ripetutamente a restare dentro la carrozza. Nessuna possibilità di fare una foto, di esercitare il più semplice esercizio di cronaca. I cordoni rossi di Trenitalia delimitano l’area delle delegazioni di governo, ma non basta. I carabinieri e gli addetti dell’azienda delle ferrovie si fanno più inflessibili. «Salite!» ordinano. Telegiornali, quotidiane, agenzie si ammassano sulle scalette. «Non potete stare qua», intimano. Un carabiniere, uno dei due che presidia l’uscita della carrozza 4, azzarda: «È un ordine». Sta passando il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. I carabinieri e la security si fanno più solerti. L’addetto di Trenitalia con radio trasmittente e posa da bodyguard si fionda per chiudere gli sportelloni. I giornalisti vengono respinti dentro. Blindati, impossibilitati a mettere il collo fuori per fotografare a 200 metri di distanza l’arrivo della presidente del Consiglio, circondata comunque dalle sue guardie del corpo.

Anche la Rai protesta. Per le immagini ci sono i collaboratori dello staff e i canali ufficiali di Palazzo Chigi. I giornalisti sono bloccati all’interno. Lontani.

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