Il governo, dopo essere stato travolto dal caso Santanchè, ora è alle prese con le accuse di stupro che vedono coinvolto Leonardo La Russa, il figlio del presidente del Senato Ignazio, con la scena del presunto reato che sarebbe stata proprio la casa dove vive il numero due dello Stato.
Ovviamente il tema è caldo e tutte le trasmissioni di cronaca ne parlano, da quelle in onda su Mediaset a quelle di La7, senza escludere la Rai. Ma proprio l’emittente di Stato, che ha visto nelle scorse settimane un vero e proprio restyling voluto dal governo, adesso si trova alle prese con il caso Facci, accusato di misoginia per alcuni commenti sulla presunta vittima dello stupro perpetrato da La Russa jr., e ora al centro di un caso di stalking ai danni dell’ex fidanzata.
Inoltre dalla Rai stanno arrivando sempre più segnalazioni di casi di censura perpetrati dai nuovi vertici sul caso La Russa jr. Quello più eclatante è stato portato alla ribalta dal comunicato di fuoco contro Paolo Petrecca, accusato dal Consiglio di redazione di RaiNews24 di censurare i redattori. Nel mirino, l’amputazione di un articolo di cronaca su La Russa jr, al punto che l’autrice «ha deciso di ritirare la firma», rivela il sindacato interno, perché «il testo è stato stravolto rispetto alla versione da lei scritta (sono stati eliminati ampi stralci)». Secondo il Cdr «le modifiche, che consistevano nel togliere i riferimenti alle polemiche, sarebbero state richieste dal direttore con la motivazione che non si trattava “di una notizia”. Posizione inaccettabile».
Non solo: quando sono stati chiesti lumi, «il direttore ha preferito scrivere alla collega e non rispondere al Cdr». Come se si trattasse di una questione personale e non della violazione del diritto-dovere a offrire «una informazione libera e completa». Ma non finisce qui. Il Cdr ha anche segnalato «l’assoluto sbilanciamento degli ospiti in diverse trasmissioni» e un caso «clamoroso: la rassegna stampa di sabato sera nel corso della quale il conduttore ha espressamente preso posizione sullo scontro governo-magistratura». Naturalmente a favore del primo, evocando una sorta di complotto dei giudici. «Attacchi per motivi ideologici» li ha però definiti Petrecca in Vigilanza: «Speculazioni strumentali riportate da qualche giornale composto spesso da pennivendoli».
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