Lutto nella letteratura mondiale: morto uno dei più grandi scrittori del nostro tempo. Si è spento a 94 anni Milan Kundera

Èmorto lo scrittore Milan Kundera. L’annuncio è arrivato da Czech Television. Era nato a Brno il 1º aprile 1929. Romanziere e saggista ceco, aveva 94 anni. Lo scrittore, autore di romanzi che hanno cambiato la letteratura del Novecento, a partire dal più noto L’insostenibile leggerezza dell’essere è stato uno dei massimi rappresentanti del romanzo della fine del Novecento, più volte candidato al Premio Nobel per la letteratura, senza mai vincerlo.

Famoso in tutto il mondo per le sue opere tradotte in una quarantina di lingue, Kundera era un autore assai riservato, dalle rarissime apparizioni pubbliche. Le sue informazioni biografiche ufficiali si limitavano alla seguente dichiarazione: «Milan Kundera è nato in Cecoslovacchia. Si è trasferito in Francia nel 1975». Il suo primo grande successo fu Lo scherzo, del 1967. Seguito da Il valzer degli addii, quindi nel 1984 dal successo planetario de L’insostenibile leggerezza dell’essere.

L’ultima apparizione in pubblico
L’ultima sua apparizione pubblica risale al 27 gennaio 1984, quando fu ospite di Bernard Pivot, conduttore e critico letterario di “Apostrophes”, all’epoca il programma culturale più seguito della televisione francese. Da quel momento lo scrittore non ha più rilasciato interviste e con la moglie Vera Hrabanková ha formato «la coppia più silenziosa di Parigi», come ha raccontato alla rivista Paris Match uno dei suoi vicini, il giornalista Philippe Labro. France Culture, parafrasando il suo libro più noto, l’ha chiamata «l’insostenibile potenza del silenzio».

La storia
Kundera studiò letteratura e musica a Praga. Suo padre Ludvík (1891-1971) era direttore dell’Accademia musicale di Brno, la JAMU, e un noto pianista. Fin da piccolo Kundera studiò musica, in particolare pianoforte, e la passione per la musica tornerà spesso nei suoi testi letterari. Pubblica le prime poesie ancora adolescente, grazie al cugino Ludvík, di alcuni anni più anziano di lui, figura poliedrica nella cultura ceca, poeta uscito negli anni della Seconda guerra mondiale dalla costola “surrealista” del gruppo RA, prosatore, pittore, traduttore dal tedesco e studioso del Dadaismo, all’epoca già collaboratore di varie riviste letterarie.

Iscritto fin da studente al Partito comunista viene espulso due volte (nel 1950 e nel 1970) per le sue idee estranee alle linee ufficiali del canone ideologici imposto dal regime del socialismo reale. Nel 1968 si schiera con il movimento di riforma della cosiddetta ‘Primavera di Praga’: dopo l’intervento sovietico in Cecoslovacchia Kundera non poté più pubblicare e nel 1970 fu licenziato perdendo il posto di docente. Ottenuto un permesso di espatrio temporaneo per la Francia, nel 1975 si stabilì a Parigi, insegnando prima all’Università di Rennes e poi all’Ecole des hautes études en sciences sociales della capitale francese.

Dal 1969 le sue opere vennero proibite in Cecoslovacchia e da allora non concesse a nessuno i diritti di traduzione in lingua ceca. Per questa ragione Kundera subì critiche in patria anche negli ambienti del dissenso di Charta ’77. Bisognerà attendere fino al 2006 affinché Kundera dia il permesso di pubblicazione del romanzo L’insostenibile leggerezza dell’essere anche nella Repubblica Ceca, tramite un’edizione anastatica di quella pubblicata in ceco a Toronto già nel 1985.

Milan Kundera ha esordito come poeta (“L’uomo è un grande giardino“, 1953), cui seguì “L’ultimo maggio” (1955). Nella raccolta di liriche “Monologhi” (1957, rielaborata nel 1964 e 1965) supera gli schemi dell’epoca con una visione dell’amore esplorato nella sua dimensione drammatica ed erotica. Ha debuttato come drammaturgo nel 1962 con “I proprietari delle chiavi“, ambientato nel periodo dell’occupazione fascista. La commedia “Due orecchie due nozze” (1968) non poté essere rappresentata. Vocazione principale di Kundera è comunque quella di narratore.

Il primo libro di racconti “Amori ridicoli” (1963), e i seguenti “Secondo quaderno di amori ridicoli” (1965) e “Terzo quaderno di amori ridicoli” (1968) hanno avuto un’eco notevole; nel 1970 li ha rielaborati in un volume che riprende il primo titolo. Il suo primo romanzo, “Lo scherzo” (1967), è una satira violenta e dolorosa della realtà cecoslovacca negli anni del culto della personalità. Alcuni temi dei racconti riappaiono spesso nei romanzi successivi: lo scherzo o altro accadimento minuto e spesso casuale rappresenta la trappola della storia, gli aspetti penosi dell’amore, il rimpianto, l’oblio. Sono eloquenti i titoli dei romanzi (vietati nell’allora Repubblica Cecoslovacca e pubblicati all’estero): “La vita è altrove” (1973, insignito del Prix Médicis Etranger), “Il valzer degli addii” (1975), “Il libro del riso e dell’oblio” (1978), “L’insostenibile leggerezza dell’essere” (1984), “L’immortalità” (1990). Negli anni Novanta ha iniziato a scrivere in francese: a quest’ultima fase appartengono le opere “La lentezza” (1995), “L’identità” (1997), “L’ignoranza” (2001).

La struttura dei romanzi di Kundera richiama quella di una composizione musicale, per il ricorso al contrappunto, alle variazioni, al leitmotiv; la sintassi e il lessico sono semplici, rare le metafore. Il romanzo è considerato da Kundera come un mezzo d’elezione per esaminare e conoscere «attraverso gli ego sperimentali» i personaggi, i grandi temi dell’esistenza umana. Per lungo tempo si è dedica a riflessioni teoriche su questo genere letterario. Nel 2009 per Adelphi (il suo editore italiano di riferimento) è uscito il complesso “Un incontro“, sulla fisionomia del romanziere e la sua occulta, vitale, dolorosa fisiologia.

Tra i suoi saggi “I testamenti traditi” (1992) e “Il sipario” (2005). Del 2013 è “La festa dell’insignificanza“, che può essere considerato una sintesi di tutta la sua opera: una strana sintesi, uno strano epilogo; uno strano riso, ispirato dalla nostra epoca che è comica perché ha perduto ogni senso dell’umorismo.

I riconoscimenti e il Nobel mancato
Presente nel toto-Nobel per molti anni e senza mai riceverlo, Milan Kundera ha ottenuto numerosi riconoscimenti: nel 1973 il Prix Médicis, nel 1978 il Premio Mondello, nel 1981 l’American Common Wealth Award alla carriera, nel 1985 il Jerusalem Prix, nel 1987 il Premio di Stato austriaco per la letteratura europea, nel 1987 il Nelly-Sachs-Preis, nel 1990 la Legion d’onore della Repubblica francese, nel 1991 l’Independent Foreign Fiction Prize, nel 1994 il Jaroslav-Seifert-Prize, nella 1995 la Medaglia al Merito della Repubblica Ceca, nel 2000 il Premio Herder, nel 2001 il Gran premio di letteratura dell’Accademia francese. Nel 2011 le sue opere sono state raccolte in due volumi, a cura di François Ricard, nella “Bibliothèque de la Pléiade”, collana prestigiosa della Gallimard dove solo raramente vengono ammessi autori viventi. Un anno fa Kundera aveva donato tutti i suoi libri e il suo archivio privato alla Biblioteca regionale di Brno, la sua città natale.

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