Dottor Berrino, ma il latte vaccino non sarebbe utile in alcune fasi di sviluppo della persona umana?
“Oggi no. Un pregiudizio diffuso, anche in ambiente medico, è che il latte, essendo ricco di calcio, sia utile per prevenire le fratture, ma i grandi studi epidemiologici non lo hanno confermato. Le fratture si prevengono riducendo il consumo di carne e aumentando il consumo di verdure”.C’è poi la questione dei metodi di produzione del latte negli allevamenti industriali, poco rispettosi della salute degli animali.
“Prima della rivoluzione industriale in campo alimentare le vacche producevano 8-10 litri di latte al giorno. Oggi ne producono 40-50; mentre in certi Paesi dove è permesso trattarle con l’ormone della crescita, anche 80 litri. Pur essendo nutrite con mangimi proteici non riescono ad assumere proteine a sufficienza per produrre così tanto latte, quindi consumano le proprie e già dopo 2-3 anni queste mucche sono da ‘rottamare’”.

Come orientarsi allora con questo alimento così diffuso nelle nostre abitudini a tavola?
“Non consumarlo abitualmente. All’inizio del secolo scorso si dava un bicchiere di latte ai bambini delle scuole elementari. Era utile, perché i bambini erano denutriti e spesso rachitici. Oggi i nostri bambini sono troppo nutriti e non c’è nessun bisogno di latte”.