Processo Ciro Grillo, siamo alla follia: il giudice ufficialmente trasferito, gli avvocati degli accusati chiedono si rifaccia il processo

PROCESSO GRILLO JR, DOPO TRASFERIMENTO NOMINATO NUOVO GIUDICE

 (ANSA) – E’ Alessandro Cossu il nuovo giudice a latere nel processo per violenza sessuale di gruppo in corso a Tempio Pausania contro Ciro Grillo, figlio di Beppe Grillo, e tre suoi amici genovesi, Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria.

Sostituisce il giudice Nicola Bonante, che nei giorni scorsi era stato trasferito a Bari. Cossu, già giudice monocratico del tribunale di Sassari, è stato integrato nel collegio giudicante presieduto da Marco Contu e sarà operativo già nell’udienza prevista per oggi.

I fatti contestati ai quattro imputati risalgono alla notte tra il 16 e il 17 luglio del 2019 e sarebbero avvenuti, dopo una serata trascorsa in discoteca, nella villetta a Porto Cervo di proprietà della famiglia Grillo.

2 – CIRO GRILLO, SI TORNA IN AULA MA IL PROCESSO PER VIOLENZA POTREBBE RIPARTIRE DA ZERO

Estratto dell’articolo di Giusi Fasano per il “Corriere della Sera”

La questione la pone il presidente Unione camere penali, Gian Domenico Caiazza.

Interviene dalle pagine de Il Riformista e scrive: «C’è qualcuno di voi che, da imputato, accetterebbe l’idea che il giudice — che ha seguito tutta l’istruttoria dibattimentale dalla quale dipende più o meno la tua vita — se ne vada bellamente prima di concludere il processo? E che costui venga sostituito da un giudice che non sa nulla del processo, e che se ne farà un’idea leggendo i verbali? Io non credo».

Lo spunto per questa riflessione viene dal caso Grillo, il processo in corso a Tempio Pausania (Sassari) per Ciro Grillo (il figlio del fondatore e garante del M5S, Beppe) e i suoi tre amici genovesi Vittorio Lauria, Edoardo Capitta e Francesco Corsiglia. Accusa: violenza sessuale di gruppo. I fatti risalgono a luglio 2019, nella casa di vacanza di Ciro Grillo in Sardegna, e le ragazze che hanno firmato la denuncia sono due, note con i nomi (non veri) di Silvia e Roberta.

[…] Siamo all’undicesima udienza e in teoria per oggi sarebbe previsto che i consulenti informatici delle difese e delle parti civili depositassero il materiale probatorio selezionato fra una mole di dati impressionante, e cioè 40 terabyte. La copia di tutto è già nel fascicolo del giudice ma in quel mare di chat, foto, audio, video, messaggi, ai consulenti delle parti è stato chiesto di evidenziare i file sui quali ciascuno vorrà poi concentrarsi quando quel materiale sarà esaminato in aula. Ma non è affatto detto che oggi succeda tutto questo.

Perché prima di cominciare con i lavori previsti c’è da affrontare, appunto, la faccenda del/dei giudici che lasciano. Con gli avvocati dei quattro ragazzi pronti a chiedere che si rifaccia daccapo, se non tutto, buona parte del processo. Il team delle difese […] ha già in tasca l’istanza per chiedere la «rinnovazione» del processo, come si chiama in giuridichese.

In sostanza, quando cambia un giudice può essere chiesta la rinnovazione ma prima di decidere su un’eventuale richiesta c’è un nodo da sciogliere: si applicano le vecchie regole che mettevano molti paletti su una eventualità del genere, oppure si applica la legge Cartabia che invece la prevede se il processo non è stato videoregistrato? E inoltre: fra l’abbandono della vecchia norma e l’adozione della nuova ci sono le disposizioni transitorie e, come sempre, tutto diventa interpretabile. Quindi di questo si tratta, oggi: capire se e quali istanze saranno presentate e interpretare le leggi di riferimento. Dopodiché sapremo se il caso Grillo prosegue o ricomincia daccapo.

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