Flavio Briatore e la difesa dell’amica di sempre: “I debiti con lo Stato li ha rateizzati e ha messo a disposizione la sua casa in un Paese normale le direbbero chapeau”

L’imprenditore e amico della ministra del Turismo dice di aver sconsigliato a Santanchè di riferire in Senato: “I debiti con lo Stato li ha rateizzati e ha messo a disposizione la sua casa – sottolinea Briatore – in un Paese normale le direbbero chapeau”.

Daniela Santanchè ha sbagliato a riferire in Senato, secondo l’amico Flavio Briatore. L’imprenditore aveva sconsigliato alla ministra del Turismo di andare a spiegare le sue ragioni in Parlamento, dopo l’inchiesta di Report e la polemica politica che si è sollevata con le successive rivelazioni della stampa sulle attività delle sue società. Santanchè in Senato ha parlato di una “schifosa campagna d’odio” contro di lei, dicendo di non essere indagata. Poi poche ore dopo la rettifica. “La conosco da quarant’anni, da quando, ragazzi, giocavamo a bocce a Cuneo – ha detto Briatore al Corriere della Sera in difesa della ministra – È stata sempre una gran lavoratrice. Poi, come per tutti gli imprenditori, le cose possono andare bene o meno bene”.

“Io non capisco il problema – ha aggiunto Briatore – se sono i debiti verso lo Stato, li ha rateizzati”. E ha sottolineato: “Ha messo a disposizione pure la sua casa. In un Paese normale le direbbero chapeau , qui si scatena un ambaradan mediatico”. Qui l’affondo: “Le avevo pure sconsigliato di riferire in Senato. Non so perché è andata”.

“Daniela, per fronteggiare i debiti, si è pure privata di una partecipazione al Twiga, un’azienda che va bene – ha raccontato Briatore – Questo andrebbe apprezzato”. Poi l’imprenditore ha negato di conoscere o riconoscere politici di centrosinistra che vanno al famoso stabilimento in cerca di uno sconto, o magari proprio di un ingresso gratuito, come insinuato dalla ministra durante la sua informativa in Senato.

“So per certo, so da lei, che non voleva dire che non pagano o chiedono sconti – l’ha difesa ancora Briatore – Da noi vengono politici di destra, di sinistra, di centro e non è che dal colore del partito hanno un trattamento migliore o peggiore. Magari chiamano, fai la gentilezza di prenotare per loro, ma pagano tutti. Poi, se invito qualcuno, pago io”. Tra i frequentatori c’è Matteo Renzi, che però paga, mentre Giuseppe Conte “non si avvicina” e “non lo vorrei neanche”.

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