Bollo auto e superbollo, Meloni e Salvini stoppati dal Mef: anche quest’anno, lo leveranno, se va bene il prossimo anno

La commissione Finanze della Camera termina l’esame della delega fiscale. Il Mef ferma la richiesta di Lega e Fdi: l’alt all’addizionale sul bollo auto diventa “una valutazione”. Detassati anche gli straordinari e i premi di produttività. Il governo punta a incassare il via libera del Parlamento prima della pausa estiva

Dalla “soppressione” alla “valutazione” di “un eventuale e progressivo superamento”. La differenza è sostanziale: la traduzione di questo passaggio, riferito al superbollo, è che il balzello sulle auto di grossa cilindrata resta in vigore. Nonostante il pressing di Fratelli d’Italia e della Lega, che hanno provato a inserire la cancellazione dell’addizionale sulla tassa automobilistica all’interno della delega fiscale, all’esame della commissione Finanze della Camera.

L’equilibrio da trovare è delicato perché in ballo c’è una promessa. E se l’impegno riguarda le tasse, le cose si complicano ulteriormente, per la destra al governo. Ancora di più se l’oggetto in questione è la cancellazione del superbollo, il balzello in capo ai proprietari delle auto di lusso, con una potenza superiore a 185 kW. È un tema di consenso politico, oltre che fiscale.

Fisco, il Mef frena sul superbollo. Lega e FdI per l’abolizione

E lo è soprattutto per Fratelli d’Italia e per la Lega, che spingono per la soppressione dell’addizionale sulla tassa automobilistica. Che non figura nel testo della delega fiscale approvato dal Consiglio dei ministri e ora in dirittura d’arrivo in commissione Finanze, alla Camera, primo step dell’iter per l’approvazione in Parlamento che l’esecutivo punta a chiudere prima della pausa estiva.

Ma durante i lavori in commissione, i deputati del partito di Giorgia Meloni e del Carroccio hanno avanzato la richiesta, con due emendamenti distinti. Espliciti. Troppo per il ministero dell’Economia, che ieri ha suggerito una proposta di riformulazione più soft, in linea con lo spirito della delega, che ha un respiro ampio, di inquadramento delle misure che saranno poi dettagliate all’interno dei decreti legislativi.

Il nuovo testo, infatti, si limita a prevedere “la revisione e il riordino delle tasse automobilistiche, senza maggiori oneri a carico della finanza pubblica”. La parola superbollo non c’è.

È qui che sono nati i problemi, perché i deputati di FdI hanno chiesto di inserire un riferimento al superbollo, anche con una dicitura meno puntuale rispetto a quella che chiede la cancellazione della tassa. Il Mef si è preso una pausa di riflessione, fino a stamattina, promettendo di individuare una soluzione che tenga conto delle esigenze dei due partiti di maggioranza. Senza però violare la cornice della delega.

Come ha spiegato il viceministro dell’Economia Maurizio Leo al termine della seduta della commissione, quando la questione del superbollo ha preso forma. “È chiaro – ha detto -che non si può fare uno specifico riferimento al superbollo: qui siamo nelle deleghe che pongono principi di carattere generale”. Dietro le parole di Leo c’è anche la raccomandazione della Ragioneria generale dello Stato, che ha consigliato di evitare un riferimento esplicito, passaggio che obbligherebbe a individuare subito una copertura alla misura.

Ma sul tavolo ci sono anche le ragioni politiche, che il governo non può ignorare. “Una soluzione comunque si troverà”, è il messaggio che trapela da fonti dell’esecutivo. Che deve misurarsi anche con la Corte dei conti: la magistratura contabile ha sottolineato “la necessità di abbandonare definitivamente il ricorso” alle sanatorie fiscali. Più di un invito alla destra che prova ad allargare le maglie della pace fiscale.

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