La Megera di Bruxelles ha fatto un buco di 66 miliardi di euro e si appresta a imporre una nuova tassa: deve regalarne 33 all’Ucraina sotto forma di prestito. Che mai potranno rimborsare

Estratto dell’articolo di Marco Bresolin per “La Stampa”

C’è un buco da 66 miliardi di euro nel bilancio dell’Unione europea e ora tocca ai governi mettere mano al portafogli per riempirlo. O almeno questa è la proposta della Commissione, visto che l’accordo tra gli Stati membri è tutt’altro che scontato. Il piano di Ursula von der Leyen è stato accolto con freddezza e la prossima settimana ci sarà una prima discussione tra i leader al Consiglio europeo. Per l’Italia il conto è di circa 8,5 miliardi.

L’intesa sul bilancio pluriennale dell’Ue per il periodo 2021-2027 era stata trovata a fatica nel 2020 dopo una maratona negoziale tra i capi di Stato e di governo, durante la quale fu approvato anche il piano Next Generation Eu da finanziare con l’emissione di 750 miliardi di debito comune.

[…]  «Il mondo è cambiato drammaticamente dal 2020 – ha riconosciuto ieri la presidente della Commissione – con una crisi dopo l’altra. Noi abbiamo usato tutta la flessibilità possibile sui fondi, abbiamo ridefinito le priorità». Ma non è bastato e per questo ora è necessario rimpinguare le casse. L’alternativa è tagliare le spese che sono già state stanziate per altri programmi.

I miliardi in più che servono in realtà sono 99. Ma, di questi, 33 verranno erogati all’Ucraina sotto forma di prestiti e dunque non vengono considerati tra i costi. La lista delle spese aggiuntive è di 17 miliardi di sovvenzioni a fondo perduto per Kiev, 15 miliardi per il capitolo immigrazione, 10 miliardi per sostenere la competitività dell’industria europea, quasi 2 miliardi per l’aumento dei costi amministrativi, 3 miliardi per lo strumento di flessibilità e 19 miliardi per coprire il costo degli interessi sul debito del Next Generation Eu, che con l’aumento dei tassi è lievitato ben oltre il previsto.

Non c’è ancora il tanto atteso Fondo Sovrano, rimpiazzato da una “piattaforma per le tecnologie strategiche dell’Europa” (Step): secondo la Commissione rappresenta un passo in quella direzione.

In parallelo, la Commissione ha anche proposto una nuova «strategia per la sicurezza economica» che mira a proteggere i suoi settori strategici dalle minacce dei rivali, con un occhio di riguardo per le catene di approvvigionamento, le infrastrutture critiche, le tecnologie di sicurezza e per ridurre la dipendenza economica da un singolo Paese in determinati settori. Il documento adottato non cita né la Cina né la Russia, anche se la vicepresidente Margrethe Vestager (da ieri ufficialmente in corsa per guidare la Banca europea per gli investimenti, come l’ex ministro Daniele Franco) ha fatto esplicitamente il nome dei due Paesi.

Tornando al bilancio, i fondi per l’immigrazione saranno così distribuiti: 2,5 miliardi per le emergenze, 2 miliardi per la gestione interna (per esempio per le procedure di frontiera previste dalla riforma del Patto migrazione e asilo) e 10,5 miliardi per la dimensione esterna. […]

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