“E’ una via di mezzo tra lo Zecchino d’Oro e Lotta continua” De Luca umilia anche oggi Elly Schlein: la bamboccia ha trovato pane per i suoi denti da latte

1 – SCHLEIN UN’ORA CON DE LUCA FACCIA A FACCIA TRA LE TENSIONI

Estratto dell’articolo di Simona Brandolini per il “Corriere della Sera”

«Ci mancherebbe che non ci parlassimo. Certamente, lo faremo, perché è un presidente di Regione del partito di cui sono la segretaria». Ma che poi dopo quest’affermazione si vedessero non era scontato. L’incontro tra Elly Schlein e Vincenzo De Luca avviene in un albergo napoletano, vicino alla stazione, in una domenica uggiosa. Un faccia a faccia durato un’ora.

Nessun comunicato ufficiale. Solo la notizia, fatta trapelare dal Nazareno, del colloquio. Regista dell’operazione Antonio Misiani, responsabile economico dem, inviato dalla segretaria proprio per commissariare il partito deluchiano. Un generale inverno che però ha sempre pensato che tre anni di guerra con De Luca (tanto manca alla fine del suo secondo mandato), sarebbero stati un autogol. E così ha mediato, almeno solo per «chiarire», per aprire un’interlocuzione sinora inesistente. Quello di ieri dovrebbe essere il primo di una serie di colloqui.

E a metà luglio addirittura De Luca parteciperà, con gli altri presidenti di Regione dem, a un’iniziativa contro l’autonomia differenziata, sempre a Napoli, che Schlein annuncerà oggi in direzione.

Il faccia a faccia tra la segretaria e il presidente campano arriva dopo mesi di schiaffi reciproci e di una guerra aperta.

Da Schlein contro i «cacicchi», i «signori delle tessere», il «terzo mandato». Che ha causato il declassamento del figlio Piero da vicepresidente a segretario del gruppo, «una vendetta trasversale», ha tuonato la minoranza. Da De Luca contro il partito dell’«arte povera», contro «i radical chic senza chic», finanche contro l’armocromista della segretaria. Il governatore è l’unico a non essere invitato all’assemblea di scioglimento di Articolo 1. Che è il motivo della presenza a Napoli di Schlein.

2 – ELLY CERCA LA TREGUA: TUO FIGLIO SOSTITUITO? NON È UNA VENDETTA E LUI: IO MI RICANDIDERÒ

Estratto dell’articolo di Maria Teresa Meli per il “Corriere della Sera”

Il faccia a faccia era inevitabile. E non tanto perché in gioco ci sono le Regionali. Per quelle bisogna aspettare. Sono le Europee, per sua stessa ammissione, il banco di prova di Elly Shlein e perdere voti in Campania è un lusso che la segretaria non si può permettere. Perciò quattro giorni fa, due giorni dopo aver silurato il di lui figlio, la leader del Pd ha alzato il telefono e ha chiamato Vincenzo De Luca per chiedergli un incontro. I due hanno concordato di vedersi ieri.

Così verso le due e un quarto del pomeriggio, Schlein e il governatore si sono incontrati per un faccia a faccia all’Hotel Terminus. Una saletta riservata, con la porta rigorosamente chiusa per un colloquio che è durato 55 minuti. Prima dell’incontro De Luca si vede con i suoi, che gli chiedono: «Ti parlerà del terzo mandato?».

Flemmatico e irridente, il presidente della Campania ha risposto: «Mancano due anni e mezzo alle nostre elezioni regionali…Chissà che cosa può succedere nel frattempo».

Sguardi perplessi degli astanti, poi De Luca precisa, a scanso di equivoci (del resto, lo ha fatto anche con Schlein): «Io mi ricandiderò comunque».

Ossia, con, senza o contro il Pd.

La cosa è stata chiara alla segretaria e non c’è stato bisogno alcuno di indugiare oltre sull’argomento. Schlein, giunta lì in missione di pace, ci ha tenuto subito a dire che il siluramento di Piero De Luca da vicecapogruppo non era uno sgarbo al padre: «Non è stata una vendetta trasversale, come hai visto ho rinnovato tutti i gruppi dirigenti per dare un segnale».

De Luca ha scosso la testa, ma ha subito fatto capire alla leader che, se proprio dovevano parlare, era di altro che bisognava discutere. «Qui in Campania, nel Pd — ha esordito — c’è un problema di agibilità politica, di democrazia, ma perché non fate sto c… di congresso?». «C’è il problema delle tessere di Caserta», ha obiettato Schlein. «Ma quale problema? Le cancelliamo, si rifanno nuove e si fa il congresso, stare ancora con il commissario è insopportabile», ha replicato De Luca, che non vuole più il commissario inviato da Roma in regione.

Subito dopo il governatore ha affrontato un tema per lui importante. «Guarda che i fondi del piano per lo sviluppo e coesione sono rimasti bloccati tre mesi dal governo Draghi, ora è Fitto che li tiene fermi da sette mesi. Noi ne abbiamo bisogno. Fare opposizione significa anche fare battaglia su questo». Per fortuna del Pd sull’autonomia differenziata, altro argomento del colloquio, le posizioni sono state più vicine. L’incontro è finito senza baci e abbracci, con De Luca che resta convinto che «questa opposizione sia una via di mezzo tra lo Zecchino d’Oro e Lotta continua».

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