L’ira degli agenti di Polizia dopo lo scoop sul figlio della giudice rossa fatto assolvere dalla regale mammina dall’accusa di resistenza a pubblico ufficiale

Riceviamo e pubblichiamo la protesta dei poliziotti veneti dopo la notizia pubblicata ieri da alcuni giornali secondo cui Iolanda Apostolico, la giudice di Catania dei migranti liberati dai Cpr e del corteo pro-migranti del 2018, ha testimoniato al processo contro il figlio accusato (e poi assolto) dall’accusa di resistenza a pubblico ufficiale durante un corteo dei centri sociali del 2019.

di Maurizio Ferrara, segretario regionale FSP Polizia Veneto per il blog di Nicola Porro

In merito alla sentenza che ha mandato assolto il figlio del giudice Iolanda Apostolico, riteniamo di non entrare nella vicenda politica di contorno, anche se, come sindacato, abbiamo assistito attraverso il nostro legale Pierilario Troccolo i colleghi coinvolti negli scontri.

Ripetendo comunque il mantra che, “le decisioni della giustizia si rispettano sempre”, desideriamo solo porre l’attenzione sui fatti, che vedono agenti della polizia di stato finiti all’ospedale, di cui uno con la rottura dello scafoide con prognosi di 55 giorni.

La sentenza di assoluzione riferita a Francesco Moffa recita: “Assoluzione perché il fatto non sussiste o non costituisce reato per mancanza dell’elemento soggettivo o per riconoscimento della scriminante della reazione ad atti arbitrari P.U. anche con la formula putativa”. Dietro questa locuzione giudiziaria, non vorremmo che, chiunque si sentisse convinto di subire atti arbitrari dei Pubblici Ufficiali (anche putativi) possa essere legittimato a ricorrere a qualsiasi strumento violento anche quando si tratta di una mera percezione. Questa cosa desta nel nostro sindacato moltissime preoccupazioni legate alla gestione legittima dell’ordine pubblico con pericolosissimi conseguenze per gli operatori di polizia.

Vogliamo che i poliziotti abbiano serenità e fiducia verso la granitica istituzione della magistratura, ma evidentemente difronte ad eventi del genere la piena convinzione della terzietà di un giudice legittimamente vacilla.

FSP Polizia continuerà ad offrire, come in questo caso, la tutela legale gratuita ad ogni poliziotto associato, convinta che la vera dignità lavorativa e la fiducia nelle istituzioni si guadagni con serietà e professionalità, se i poliziotti sbagliano ne devono pagare le conseguenze come peraltro già accade, se a sbagliare sono altri non possono esserci compromessi, della serie dura lex sed lex.

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