Tre volte superiori al normale!” Strage degli innocenti, l’ennesima denuncia del professor Giuseppe Barbaro: “Fare le autopsie”

di Antonio Oliverio per IlParagone

Lo abbiamo scritto, purtroppo, diverse volte: molte vite si sarebbero potute salvare se solo si fossero adottati dei comportamenti logici, e dei protocolli sanitari persino banali, ad esempio svolgere le autopsie sulle salme di coloro che, in teoria, erano deceduti per il Covid-19, peraltro nel pieno della massiccia campagna vaccinale: va da sé che si sarebbero potute individuare delle corrette terapie, tempestive e mirate. Già lo scorso mese di aprile la trasmissione Fuori dal coro aveva mostrato le prove che l’Aifa, l’Agenzia nazionale del farmaco, avesse bloccato le indagini autoptiche sulle persone venute a mancare dopo essersi sottoposte al vaccino contro il Covid: intervenne in prima persona l’allora direttore generale dell’Aifa, Nicola Magrini. D’altronde, lo stesso ministro Speranza aveva emesso una circolare che sconsigliava vivamente le autopsie per il rischio del contagio, una bufala sesquipedale confermata dalla contestuale ammissione che i cadaveri non potessero veicolare il contagio. Aurelio Sonzogni, un anatomopatologo bergamasco, già nel 2020, grazie alle autopsie proibite da Speranza, aveva individuato nei trombi cagionati dalla iperventilazione forzata la principale causa di numerosissimi decessi ascritti al virus e aveva, dunque, approntato cure più efficaci. Si è preferito ignorare le sue scoperte. Di tutto ciò ha parlato con Il Giornale d’Italia il cardiologo Giuseppe Barbaro.

Mortalità in eccesso e autopsie proibite

E poi c’è il capitolo dei cosiddetti “malori improvvisi”, o comunque delle gravi conseguenze avverse, nelle immediate prossimità delle vaccinazioni, tipicamente persone giovani e in salute. Anzitutto, Giuseppe Barbaro illustra come i casi di morte improvvisa siano “almeno tre volte superiori alla media” e, spesso, anche in questo caso, non vengono eseguiti esami autoptici che permetterebbero di capire l’esatta natura della causa di morte e, soprattutto, “escludere oltre ogni ragionevole dubbio la possibile correlazione con il vaccino anche attraverso esami più specifici quali ad esempio, l’identificazione della proteina Spike nel tessuto endomiocardico”, sul quale vi sarebbe un’azione diretta della stessa proteina. Così Giuseppe Barbaro, il quale è Responsabile del servizio di Cardiologia ed Ecocardiografia presso il Policlinico Umberto I di Roma, nonché autore di oltre duecento pubblicazioni scientifiche e di quattro libri sulle complicanze cardiovascolari della malattia da HIV.

La proteina Spike e le “morti cardiache”

E ancora: “La proteina Spike vaccinale ha un effetto tossico diretto, mediante legame con i recettori ACE-2 sui vasi sanguigni, ed indiretto mediante lo sviluppo di anticorpi antiendotelio. Quest’ultimo fenomeno è responsabile di eventi ischemici a livello dei vasi coronarici con incremento dei casi di eventi ischemici”. Tutto ciò è stato negato per poter imporre i vaccini? In un’altra intervista, sulla correlazione tra vaccini mRna e morte cardiaca, Barbaro aveva affermato di aver documentato oltre 400 casi del genere.

Ancora sulle autopsie

Tornando al discorso dei mancati esami autoptici, afferma il dottor Barbaro: “Quello che è mancato nell’ambito di una discussione critica in ambito scientifico è stata la ricerca della natura responsabile della morte dei soggetti infettati da SARS-CoV-2 nella prima fase della pandemia, attraverso l’esame autoptico”. Espletate le autopsie, si sarebbero opportunamente identificate terapie efficaci “che avrebbero ridotto in misura significativa la mortalità“, conferma, con un ragionamento lineare, il cardiologo, che è anche testimonial del film-denuncia Invisibili. Barbaro – il quale è stato sospeso per sei mesi, lo scorso anno, perché osava subordinare la vaccinazione contro il Covid nei soggetti cardiopatici a delle preliminari indagini cliniche – illustra come le complicanze cardiovascolari post-vaccino Covid siano frequenti, perché la Spike è tossica, sia in modo diretto che indiretto”.

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