Ma non eravamo tutti razzisti? Dopo mesi di piagnisteo e di offese gratuite la signorina Egonu torna a giocare in Italia: il lauto ingaggio fa passare sempre tutto

Paola Egonu, regina della pallavolo e di qualche esagerazione verbale, torna a giocare in Italia, a Milano dove ha iniziato, ed il movimento puĆ² esserne solo felice. Evidentemente l’Italia non ĆØ cosƬ male, nonostante quel razzismo che la campionessa ci ha addossato senza mezzi termini e nemmeno distinguo

di Riccardo Signori per Il Giornale

La felice, ridente ed un po’ pericolosa (non si puĆ² essere perfetti) Milano accoglie con gran squillo di tromba Paola Egonu, regina della pallavolo e di qualche esagerazione verbale. Paola torna a giocare in Italia, a Milano dove ha iniziato, ed il movimento puĆ² esserne solo felice. Ritorna dopo aver lustrato il pedigree, conquistando la sua terza Champions league con il VakifBank di Istanbul.

SarĆ  pur bella la vita in Turchia, ma evidentemente l’Italia non ĆØ cosƬ male, nonostante quel razzismo che la campionessa ci ha addossato senza mezzi termini e nemmeno distinguo. Diciamolo pure, ora che si ĆØ ripresentata senza il muso e confessando di sentirsi piĆ¹ matura: c’ĆØ stato un pizzico di ingenerositĆ  verso un Paese che, certamente, ha lasciato crescere malepiante di razzismo ed oggi forse ĆØ piĆ¹ pericoloso (per le donne) di anni fa, ma le ha regalato la possibilitĆ  di diventare una numero uno che folleggia dal volley a Sanremo riscuotendo egual simpatia. Ed ora la riaccoglie. Paola giocherĆ  per il Vero Volley, club milanese che quest’anno ha sfiorato lo scudetto ma insegue la storia: dopo 79 anni Milano ĆØ ancora all’asciutto.

E qui si integrano due grandi progetti: quello di uno scudetto da tramandare trascinati dalla Egonu campionessa, e quello di una societĆ  forte del suo impegno sociale. Paola ha detto di voler portare stabilitĆ , sicurezza e leggerezza. Leggerezza d’animo. Per il resto meglio pensare prima di parlare, ci sono tante ragazzine che la prendono ad esempio. Discriminazione, disuguaglianza, emarginazione non ci abbandoneranno mai. Ma Paola Egonu potrebbe raccontare un’altra storia.

di Max Del papa per il blog di Nicola Porro

EgonuĀ EgonuĀ perchĆ© sei tu Egonu. Un radioso mattino di fine maggio, il mese piĆ¹ torrido e soprattutto arido da quando inventarono il riscaldamento globale, finisce lo strazio, ultima puntata della telenovolley:Ā Paola Egonu torna in Italia, il paese di merda ā€œdove non farei mai un figlioā€,Ā ipse dixit. Ieri era ieri, altri pensieri, tu chiamalo se vuoi orgasmo festivaliero, la schiacciatrice, un poā€™ fuori campo, con simili uscite e i suoi manager, consulenti allā€™immagine, armocromisti che le sussurravano: Paolina, forse non ĆØ la maniera migliore per preparare il tuo ritorno. PerchĆ© era giĆ  tutto previsto dopo lā€™anno sabatico in Turchia, nota patria dei diritti umani in cui Egonu ha retto un anno ma soprattutto lā€™hanno retta un anno, perfino loro, i turchi: al Vafibank di Istanbul dopo una stagione le hanno detto vafankul e lei armi e bagagli, si turata il naso ed ĆØ tornata in patria. PerchĆ© questa, anche se ā€œdi merdaā€, ĆØ la sua patria. Poi, si sa, i verdoni non sono bianchi e non sono razzisti. Sono ecumenici. E fanno tutti felici. CosƬ si esaurisce la telenovela su Egonu che io vorrei, non vorrei, ma se vuoi. Arriva alĀ Vero Volley, club sullā€™orlo di una crisi di scudetto, vedremo se questa volta con la Lunga lo acchiapperĆ .

Brava, ĆØ brava. PiĆ¹ antipatica che brava, e ho detto tutto. Ci vorrĆ  pazienza anche ai milanesi del Vero, perchĆ© una cosƬ appena arriva ricomincia coi capricci & divani, come faceva in Nazionale, come farebbe anche da sola in un deserto: ĆØ la natura, ĆØ il carattere, sono i geni. ā€œVoglio tutto e subitoā€,Ā come ha spiegato a Sanremo. Un progetto di vita, ma che ci vogliamo fare? Va cosƬ, ormai la religione ĆØ questa,Ā io sono il mio DioĀ e in ogni modo questa ĆØ una fuoriclasse e noi ai fuoriclasse come san Francesco crediamo poco, ci stanno anzi sulle palle, non ĆØ vero che, come diceva lā€™Uomo Ragno, da grandi poteri derivano grandi possibilitĆ , da grandi poteri deriva una grande stronzaggine. E cosƬ sia.Ā Poi fai contenti milioni di tifosi eĀ tout est pardonnĆ©. Ed ĆØ sempre cosƬ, cā€™ĆØ ben poco da dire. Milano, a proposito. Questa cittĆ  razzista, non piĆ¹ razzista perchĆ© ormai la fanno da padroni tutti meno che gli indigeni, le cui donne hanno ormai solo il diritto di essere violate a passo di carica ogni santo giorno, sui treni, in stazione, fuori dalla stazione, per la strada, in fila allo sportello. Ma tanto a Egonu che le frega, lei magari la mettono a City Life, dirimpettaia dei Ferragnez, diĀ Chiara che diceva che ā€œa sentire le amiche, qui non si puĆ² piĆ¹ vivereā€. Se ne adontava lā€™arcosindaco, ma almeno quella volta aveva ragione la influencer, in base alla regola dellā€™orologio rotto che due volte al giorno segna lā€™ora giusta.

Paolina la Lunga ĆØ felice, sorride scintillante dalla copertina di Donna Moderna, e grazie tante e grazie allā€™ingaggio: lā€™operazione simpatia ĆØ partita subito, un milione a stagione piĆ¹ gli sponsor che sono anche piĆ¹ importanti perchĆ© son quelli che ti blindano: se vuoi diventare intoccabile, trovati uno sponsor, anzi tanti sponsor, perchĆ© sono loro a comandare sui giornali e nessuno puĆ² averli contro. Volendo, pure questo sarebbe razzismo, vagamente, ma stai a spaccĆ  il capello, poi ti dicono rosicone, tu non ce li hai i soldi suoi, ed ĆØ tutta gens compagna, che si piega a 90 al materialismo storico, piĆ¹ che dialettico, e nemmeno se ne avvede.Ā Avanti popolo, alla riscossa, Paola la rossa trionferĆ . Speriamolo per lei, per il Vero, per noi tutti. Se ce la fa, sarĆ  solo merito suo, se toppa sarĆ  il contesto sbagliato, le condizioni che mancavano per giocare in serenitĆ , il paese di merda razzista. Ma Egonu ha promesso: sarĆ² leggera, sicura, easy, antirazzista, vincere e vinceremo. Dai, che poi Mattarella ti fa cavaliera. La morale, in ogni modo, ĆØ sempre quella: a mandare dā€™accordo le umane genti, di tutte le tinte, a mixare i colori delle pelli e delle ideologie, dei pregiudizi e della giusta ambizione, ĆØ sempre lui, ilĀ Mercato. Odiato, incolpato, schifato, magari pure responsabile di svariate nefandezze, ma pensate se non ci fosse, pensate se una povera campionessa vittima di razzismo dovesse giocare e vivere e parlare, anzi tacere, come in Romania ai tempi di Nadia Comaneci. E allora torna, Paoletta,Ā ā€˜stu paes emmerda aspiettā€™attĆØ.

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