“Incoronazione di Carlo? piuttosto guardo una qualunque partita di serie B” Solo Vittorio Feltri poteva avere le palle di scrivere quello che pensa la maggioranza degli italiani sull’ennesima telenovela che ci propina il mainstream

di Vittorio Feltri per Libero

Quando morì la regina Elisabetta, eravamo convinti che automaticamente le subentrasse il figlio Carlo secondo le tradizioni assurde della monarchia. Sopportammo con pazienza i funerali infiniti della gran signora che durarono giorni e giorni, tra cortei e cerimonie varie, alcune addirittura equestri. Insomma le esequie si sono protratte a lungo e anche le nostre televisioni ci hanno ubriacato di immagini più o meno regali, ma tutte noiose e interminabili. Non fosse bastato ciò, ora apprendiamo che sabato il piccolo schermo ci ammorberà proiettando filmati riguardanti la incoronazione del re che noi pensavamo fosse già tale. Invece no. Ci attende una nuova e infinita rottura di scatole che Raiuno si accinge a infliggerci trascurando il fatto che paghiamo il canone non per scoppiare di noia ma per essere informati in modo sobrio e possibilmente non ripetitivo.

Vabbè, rassegniamoci, esercitando la santa pazienza di cui siamo armati. Aggiungiamo soltanto che a noi le vicende del primo Palazzo inglese suscitano lo stesso interesse, pari a zero, che ci stimola il comportamento sessuale degli scarafaggi. Noi italiani ci siamo liberati dei Savoia mediante un referendum notoriamente taroccato, e non abbiamo alcuna nostalgia sia del trono sia dei glutei che lo occuparono. Il festival della retorica che si svolgerà domani a Londra sappiamo già che sarà disgustoso e non riusciamo a capire come sia possibile apprezzarlo e seguirlo quasi si trattasse di un evento importante. Noi non abbiamo nulla contro gli inglesi e ci guardiamo bene dal criticarli, tanto meno li stramalediciamo come facevano i nostri avi. Però confessiamo che le vicende dei reali non ci stanno a cuore. I casini che hanno creato fratelli e figli di Carlo ci lasciano indifferenti, figurate se ci premono le giravolte d’amore che hanno turbato il clima della intera casa.

Le fregole di Camilla nominata regina consorte sono importanti, per noi, quanto le previsioni del tempo nel Senegal. Non ce ne importa un tubo. Per non parlare del libro scritto dal giornalista Antonio Caprarica, ospite fisso di vari talk show nazionali, dedicato a Carlo III, le cui opere sono ignote. Un uomo che non ha inciso e probabilmente non inciderà nella vita dei britannici, essendo egli pieno di vuoto. Sorvoliamo sulla sua prima moglie, Diana, il cui matrimonio col nuovo re allorché era soltanto principe ha segnato un capitolo importante nella storia delle corna. Il che non mi scandalizza, dato che i tradimenti coniugali sono i soli elementi in cui ci riconosciamo anche noi poveri plebei. Un’ultima annotazione folkloristica, personalmente sono più attratto dai giri di valzer di Renzi che da quelli dei monarchi, termine che ricorda la mona. Questo per dire che domani non accenderò il televisore. A meno che non vi sia una partita di calcio, perfino di serie B

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