di Renato Pozzetto per Corriere.it
“Ciao Enzo, come va?
Sicuramente dove sei tu va tutto bene. Qui sulla Terra solito casino…
Quelli del Corriere mi chiedono di parlare della nostra amicizia, io però sono un poā in crisi con la memoria, sai? Dovresti aiutarmi un poā. Quaggiù sāinvecchia e la salute ĆØ un problema. Tra poco ci rincontreremo, e io sarò felice di stare con te. E tutto sarĆ come una volta, anzi meglio. LƬ cāĆØ tutto e si può fare tutto e bene, proprio come facevi tuā¦
Mi manchi tanto. Mi manca sentirti cantare, quando mi facevi ascoltare le tue novitĆ . O quando ci confidavamo speranze, desideri e quelle cose che pensano tutti ma che non si possono dire. Ti ricordi quando mi portasti a fare un giro allāIdroscalo, sulla tua barca a vela? Era febbraio, faceva un freddo della madonna, e noi eravamo vestiti come Roald Amundsen, lāesploratore, ma almeno lui aveva una tenda rossa.
Quando io arriverò dove sei tu, se Lui me lo permetterĆ (io ci spero perchĆ© non ĆØ che abbia fatto tante cazzate), fatti trovare con il pianoforte e la chitarra. So che lƬ ci sono strumenti della Madonna. E io vorrei cantare, sai? Qui, con tutto quello che succede, mi mancano voglia e occasioni. GiĆ so che faresti unāaltra bella canzone, di quelle che fanno piangere come una fontana, anche perchĆ© quaggiù, adesso, manca pure lāacqua e un poā di umiditĆ farebbe bene.
In questi giorni andrò a teatro, Elio (degli Elio e le Storie Tese) parlerà di te e canterà le tue canzoni, lui è bravo e lo spettacolo sarà bello. Al teatro Lirico, dedicato al tuo amico Gaber, si sono dimenticati di te! Non prendertela, sono cose che succedono in questi tempi. Ora penso di averti rotto le balle e allora ti saluto.
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