La nuova segretaria del Pd a Bruxelles incontra il capo dell’Alleanza atlantica che insiste sulle armi all’Ucraina e invita i Paesi dell’Ue a investire il 2% del Pil nella difesa
tratto da Il Giornale d’Italia
Tra Elly Schlein e Jens Stoltenberg è Nato un amore? Il capo dell’Alleanza atlantica si è presentato a sorpresa al vertice dei socialisti europei, dove ha incontrato la nuova segretaria del Pd. La prima giornata a Bruxelles, per la neo leader dei dem, è tutto un “fare networking”, come dice lei. Insomma: fare contatti. Dare il biglietto da visita ai big socialisti, che l’aspettavano con un misto di curiosità e benevolenza che si deve ai nuovi arrivati. “Dobbiamo fare rete, non lasciamo l’internazionalismo ai nazionalisti. Così possiamo vincere le elezioni del 2024”, ha detto Schelin.
Schlein incontra anche Pedro Sanchez e il leader dei socialisti svedesi Magdalena Andersson
Nei salottini del Sofitel, Schlein parla a lungo col premier spagnolo Pedro Sanchez, “la vostra legge contro i contratti precari è un modello”, gli ha detto. Si scambia il cellulare con Magdalena Andersson, la leader dei socialisti svedesi. Lars Klingbeil, il co-leader della Spd (il cancelliere Olaf Scholz resta pochi minuti) le chiede: “Ma con questo cognome, hai origini tedesche?”, “No, svizzere”. Saluta, Schlein, la finlandese Sanna Marin, a cui vorrebbe copiare la legge sui congedi parentali. Va a braccetto con Frans Timmermans, che la conosce da 10 anni e la chiama “Elly”.
Stoltenberg: “Usa, Uk, Francia, Germania e altri Stati devono prepararsi per sostenere a lungo l’Ucraina”
Poi l’improvvisata con Stoltenberg. Che (non è certo una novità) parla di armi all’Ucraina, rivolgendosi “a regimi autoritari come l’Iran o la Corea del Nord, o altri, per cercare di ottenere più armi”. Per questo motivo, Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Germania e altri stati devono prepararsi per sostenere a lungo l’Ucraina con armi, munizioni e pezzi di ricambio. “Questa è una guerra di attrito, parliamo di capacità industriale per sostenere il nostro appoggio”, ha sottolineato. Solo sette dei 30 Paesi membri della Nato hanno raggiunto l’obiettivo del 2% del Pil destinato alla Difesa. Stolteberg ha detto di aspettarsi al prossimo summit di Vilnius il primo luglio che gli alleati concordino “una promessa più ambiziosa di investimenti, con il 2% del Pil come minimo per la difesa”.
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