Amiche uccise al casello: chi è il pirata della strada che le ha centrate al casello autostradale. Una storia tutta da scivere

Estratto dell’articolo di Sara Bettoni e Cesare Giuzzi per www.corriere.it

Tornava dal party  che aveva organizzato per festeggiare i suoi 54 anni, compiuti il 25 gennaio. Una serata a cui aveva invitato amici e colleghi della Macedonio Melloni, la clinica parte dell’Asst Fatebenefratelli-Sacco dove lavorava da 5 anni come operatrice socio-sanitaria. Ore di spensieratezza, di foto scattate e condivise sulle chat, di musica. Poi, sulla strada del rientro verso casa, l’incidente attorno alle 2.30 di notte. Laura Amato era a bordo di una Lancia Ypsilon con un’altra donna di 59 anni, probabilmente sua amica.

Ad investirle una Lancia Musa guidata da un marocchino di 39 anni lanciata come un proiettile. Secondo una prima ricostruzione della polizia Stradale della sottosezione di Novara, che a quell’ora aveva competenza del tratto autostradale cittadino dell’A4, la Musa viaggiava a più di 150 chilometri orari.

Sul sedile del passeggero gli inquirenti hanno trovato un braccialetto ospedaliero, sembra di una struttura psichiatrica. Su questo elemento sono in corso gli accertamenti degli investigatori, coordinati dal pm Paolo Filippini, che stanno verificando eventuali ricoveri del 39enne. Gli investigatori aspettano l’esito degli esami tossicologici e alcolemici effettuati al San Carlo.

La sua posizione potrebbe cambiare nelle prossime ore. Anche perché dall’esame dei filmati delle telecamere gli inquirenti hanno ricostruito oltre due chilometri di «terrore» con la macchina guidata dal 39enne che viaggia a tutta velocità zigzagando tra le auto, tanto che diversi automobilisti rallentano fino a quasi fermarsi per paura. Poi l’ultima terribile scena con la vettura che arriva al casello Ghisolfa in direzione Torino e si schianta contro la Ypsilon delle due donne.

Un urto violentissimo che fa sbalzare l’auto di quasi cento metri. Nessuna speranza per le vittime, morte sul colpo. Per estrarre il 39enne è stato invece necessario l’intervento dei vigili del fuoco. Poi la corsa al San Carlo in codice giallo. «Che dio mi aiuti»: ha ripetuto solo questo ai soccorritori. […]

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