Il “vizietto” del gioco dietro la separazione tra Totti e Ilary: somme talmente elevate da far scattare innumerevoli volte le segnalazioni di Banca d’Italia

Giacomo Amadori per la Verità

In passato era stato attaccato da chi combatte la ludopatia per la sua compagna «10eLotto» e per quelle a favore di siti come «Mostbet» e «Partypoker»: quest’ ultimo offriva ai giocatori 10 euro per sfidarlo online.

Francesco Totti, in una finta conferenza stampa, recitava allegro: «L’allenatore dice “passa, passa, passa”, ma posso passare con una scala in mano? Sennò passo per scemo».

Anche quest’ anno, per lui, les jeux sont faits. Francesco e la nuova compagna Noemi Bocchi, con relativa prole e amici al seguito, sono in crociera tra Miami e le Bahamas a bordo della Symphony of the seas, gigante dei mari armata dalla Royal caribbean. Una nave celebre, oltre che per i molti servizi extralusso (dal golf al simulatore di onde da surf), anche per il suo casino royale.

Il tour a Monte Carlo L’ex idolo dell’Olimpico, pochi giorni prima di Natale, aveva visitato una casa da gioco pure sulla terra ferma e precisamente a Monte Carlo, località che aveva scelto a ottobre anche per la sua prima mini-vacanza ufficiale con la nuova fiamma.

Inoltre, il 24 dicembre, il Pupone era stato ritratto mentre sposta delle fiches su un tavolo verde durante una presunta tombolata in famiglia.

Tutti indizi che svelano la grande passione del fuoriclasse romano per il gioco d’azzardo, inclinazione che, secondo i ben informati, sarebbe stata tra i motivi di dissidio tra Totti e la sua (quasi) ex moglie Ilary Blasi.

Una febbre confermata da alcune segnalazioni di operazioni sospette (sos) degli addetti all’antiriciclaggio, i quali, al pari della Blasi, da tempo marcano stretto l’ex campione per il suo dispendioso hobby. Una minuziosa «attività di controllo svolta dalle competenti strutture centrali» dell’istituto di credito a cui il «10» ha affidato per anni i propri guadagni e che La Verità è in grado di svelare in esclusiva.

Una montagna di soldi Dal lavoro di analisi emerge il massiccio investimento di risorse finanziarie nelle scommesse, un «vizietto» che avrebbe mandato a gambe all’aria l’economia domestica della maggior parte delle famiglie, ma non i conti dell’«ottavo re di Roma», sufficientemente robusti per sopportare tale passatempo.

Anche se va precisato che nell’ultimo periodo di carriera Totti ha ricevuto dalla As Roma emolumenti che oscillavano da un minimo di 17.000 a un massimo di 85.000 euro mensili e dal luglio del 2017 (quando ha smesso la carriera professionistica) il conto cointestato con la Blasi è stato quasi esclusivamente rimpinguato con periodici disinvestimenti.

Scatta l’«allarme» Ma partiamo dall’ultima sos giunta agli uomini di Bankitalia. Il documento risale all’agosto scorso e riguarda un «prestito infruttifero» da 80.000 euro inviato sul conto di una pensionata di Anzio dallo stesso Totti.

I risk manager specificano che il rapporto della signora è cointestato con la figlia A. M., dipendente della società Sport e salute (già Coni servizi) controllata dal ministero dell’Economia.

Lo stesso giorno la quarantacinquenne romana A.M. gira il denaro sul conto condiviso con il marito, D. M., e questi sul proprio. L’uomo è un dipendente del ministero dell’Interno considerato in stretti rapporti con il Pupone, anche se, scandagliando Internet, si capisce che deve essere una persona che preferisce rimanere sottotraccia, evitando la sovraesposizione mediatica.

Spuntano le scommesse Questo conto è alimentato oltre che dagli stipendi dei due, «da bonifici domestici (tutti in favore di D.M.) rivenienti da società operanti nel settore delle scommesse online». Tra queste la Malta limited terrestre, la Malta limited online e la Sa.Pa. Srl. Quindici trasferimenti per un totale di circa 87.000 euro. Da questo rapporto, nel periodo sotto esame, circa 125.000 euro sono stati dirottati sui rispettivi conti personali dei coniugi.

I risk manager annotano anche l’acquisto di un telaio per auto in Belgio e 20.000 euro inviati al padre di A.M. da una delle società di gioco online già citate.

Movimento di assegni Non è finita: sui conti di D.M. e A.M. sono stati «negoziati» assegni bancari in favore degli stessi per un valore di 445.000 euro. I 265.000 euro destinati al quarantaseienne D.M. sono stati stornati «per requisiti incompleti». Secondo l’Antiriciclaggio ci troviamo di fronte a una «attività opaca con controparti operanti nel settore del bet online e rilevante attività di trasferimento somme con traenze dirette e bonifici». I coniugi non avrebbero fornito «adeguati chiarimenti e giustificativi» e avrebbero mostrato «un atteggiamento evasivo e non collaborativo».

Le altre segnalazioni Ma andiamo indietro con le segnalazioni. Questa volta a essere chiamato in causa per il gioco è direttamente Totti.

I funzionari nel giugno del 2020 si concentrano su due conti del giocatore, uno cointestato con la Blasi e uno con Manuel Zubiria Furest, ex team manager della Roma. Oltre a segnalare un fido da 2,5 milioni di euro per la ristrutturazione di un immobile, i risk manager mettono sotto osservazione cinque assegni bancari e un bonifico intestati alla Société financière et d’encaissement (Sfe) con sede a Monte Carlo e pagati tra l’agosto 2018 e il gennaio 2020 per complessivi 1,305 milioni di euro «apparentemente per finanziare le giornate che il noto personaggio ama trascorrere nella casa da gioco del Principato». Ma non solo lì. Infatti i bancari rilevano anche un bonifico da 300.000 euro «a favore della società United London services limited collegata con il casinò di Londra» e un altro da 200.000 euro «a favore della società Belco apparentemente collegata con il casinò di Las Vegas».

La sortita negli Usa In entrata viene invece segnalato un bonifico da 201.000 euro eseguito dalla Mgm resorts international, un albergo di Las Vegas con annessa casa da gioco. Nell’elenco delle operazioni è indicato un altro «prestito infruttifero» da 30.000 destinato alla mamma di A.M.

e due assegni da 30.000 euro ciascuno indirizzati alla Skydiamond per «saldare l’acquisto di alcuni gioielli», di cui però in banca non avrebbero ricevuto «copia della relativa fattura di acquisto». In più il primo assegno sarebbe rimasto «impagato e stornato per girata irregolare».

Dov’ è finito il denaro? Per gli esperti dell’antiriciclaggio «permangono forti dubbi in merito alla reale destinazione del denaro inviato alle varie case da gioco internazionali», visto che la Sfe di Monte Carlo «sembrerebbe svolgere anche un’attività bancaria» e «non è quindi chiaro se il denaro inviato sia destinato solo al gioco oppure ad altro». In un altro passaggio puntualizzano anche che «la stessa società è stata nominata in alcuni recenti scandali che hanno coinvolto personaggi politici».

In una segnalazione del 2018 si riparla di altri assegni alla Sfe per un importo complessivo di 1,505 milioni di euro (che aggiunti agli 1,3 che abbiamo già citato fa quasi 3 milioni) e di 160.000 euro spalmati su due bonifici inviati al solito D.M. con causale «prestito in amicizia con vincolo di restituzione entro 24 mesi».

«Mi piace scommettere» In merito al denaro versato alla Sfe, «il cliente ha riferito che trattasi di pagamenti che lo stesso effettua per le sue giornate trascorse al casinò di Monte Carlo essendo appassionato del gioco d’azzardo» precisano i risk manager. Dunque, volendo ignorare le altre congetture dei funzionari (che tirano in ballo Francesco e Riccardo anche per alcune dichiarazioni dell’ex vicecapo di gabinetto del Comune di Roma Luca Odevaine nell’inchiesta Mafia capitale), è lo stesso Totti che si sarebbe definito un accanito scommettitore. E forse a chi gioca d’azzardo a volte servono i contanti. Magari quelli trasferiti come prestiti infruttiferi agli amici e ai loro parenti o quelli ritirati negli anni precedenti allo sportello, con conseguente tiratina d’orecchi da parte degli impiegati. Nella sos del 2018 si evidenzia un prelievo in tre tranche da 80.000 euro.

versamenti al fratello In una del 2017 si ricorda che Francesco un anno prima aveva emesso assegni bancari a favore del fratello Riccardo per complessivi 230.000 euro e che il consanguineo ne aveva chiesto il saldo in contanti dopo che, nel 2015, aveva effettuato due ulteriori prelievi allo sportello per un totale di 90.000 euro. «Al riguardo precisiamo che, già in occasione di queste operazioni di prelevamento contante, motivate con generiche esigenze personali in linea con l’alto tenore di vita, il cliente era stato sensibilizzato a un minor ricorso al contante» è precisato nella documentazione visionata dalla Verità.

Nel 2015 lo stesso Francesco Totti era stato segnalato per il ritiro di 100.000 euro in contanti e il fratello Riccardo, nel 2012, per l’incasso di 170.000 euro complessivi.

Una provvista, quest’ ultima, che sarebbe stata garantita dall’ex capitano della Roma attraverso un bonifico da 100.000 euro e un assegno da 70.000. Nonostante la provenienza del denaro venga considerata lecita (lo stipendio del calciatore), gli addetti ai controlli antiriciclaggio sono insospettiti dalla giustificazione offerta per tutti quei prelievi in contanti: soldi «necessari a spese di viaggio e versamenti a enti benefici».

I compagni di squadra E proprio sulla beneficenza si è concentrata un’altra sos del 2018. Su un conto aperto dal solo Totti e su cui lo stesso ha caricato 200.000 euro frutto di un disinvestimento, alcuni ex giocatori della squadra giallorossa hanno inviato bonifici con la causale «multe» e «sanzioni»: Antonio Rudiger 41.000 euro suddivisi in sei bonifici di cui due da 12.000 euro l’uno; Thomas Vermaelen 17.500; Radja Nainggolan e Juan Jesus 10.000 a testa; Edin Dzeko 5.000; Emerson Palmieri 4.000.

Si legge nella sos: «In merito ai bonifici in entrata disposti dai calciatori dell’As Roma, il cliente afferma che si tratta di multe che gli stessi professionisti pagavano e il cui ricavato veniva devoluto in beneficienza».

In effetti nel giugno del 2017 dal conto di Totti sono partiti due bonifici da 77.000 e 70.000 euro destinati all’ospedale pediatrico Bambin Gesù e altri 7.000 euro sono andati all’Associazione famiglie italiane dei sordi per il bilinguismo. Tutto a posto dunque? Non proprio. I risk manager hanno obiettato quanto segue: «Non è chiaro il motivo per cui questo denaro non fosse raccolto direttamente dalla società sportiva anziché dal calciatore stesso».

La valutazione finale Per questo e altri motivi la sos si conclude così: «I clienti in segnalazione sono clienti anche della controllata Fideuram Spa e San Paolo Invest Spa. Si è provveduto ad innalzare ad alto il profilo di rischio dei clienti». Rien ne va plus. Quello che è stato fatto non si può più modificare. Adesso nella complessa separazione tra Totti e la Blasi anche il gioco d’azzardo potrebbe finire con l’avere un ruolo. In fondo, come diceva Fëdor Dostoevskij nel suo Giocatore «non solo alla roulette, ma dappertutto gli uomini non fanno altro che togliersi o vincersi qualcosa a vicenda». Una regola che vale anche nelle aule di tribunale.

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