Beppe Grillo, le pesantissime accuse di un’inchiesta sul suo rapporto con l’imprenditore Vincenzo Onorato. Favori al ministero in cambio di una stecca mascherata da sponsorizzazione

di Paolo Lami per Il Secolo d’Italia

“SONO FIGLI DI PUTTANA, DOBBIAMO ANDARE A GOVERNARE” – LE CHAT DELL’INDAGINE SU BEPPE GRILLO E MOBY: “HO CONVINTO IO TONINELLI A PAGARE” – L’INCHIESTA PER TRAFFICO DI INFLUENZE A MILANO: LE CHAT DI BEPPE-MAO CON L’ARMATORE VINCENZO ONORATO E I MINISTRI M5S – TONINELLI: “PRIMA DI FERRAGOSTO LA MIA DIREZIONE PAGA. IL PROBLEMA È CHE C’È PENDENZA DI FRONTE ALL’ANTITRUST. COMUNQUE DOVREI AVER RISOLTO” – IL 24 OTTOBRE ONORATO CHIEDE ALL'”ELEVATO” DI INTERVENIRE SU UNICREDIT CHE GLI IMPEDISCE LA VENDITA DI DUE NAVI E GRILLO GLI INVIA IL CONTATTO DI…

L’onestà dei grillini si compra con 240mila euro, inizia a sospettare con un certo rammarico il Fatto Quotidiano che ha squadernato sul numero di oggi le carte della Procura di Milano sull’inchiesta, in piedi da gennaio, relativa ai rapporti indicibili fra l’armatore campano Vincenzo Onorato, proprietario delle compagnie di navigazione Moby, Tirrenia e Toremar, e il cofondatore dell’M5SBeppe Grillo il quale, stando a quanto racconta il foglio Cinquestelle, avrebbe convinto il povero Toninelli, all’epoca ministro a sua insaputa delle Infrastrutture e dei Trasporti, ad occuparsi degli sgravi fiscali per chi assume marittimi della Comunità europea a bordo delle navi.

Una “battaglia di sopravvivenza”, assicura il Fatto Quotidiano, per Vincenzo Onorato le cui chat con Beppe Grillo – 60 pagine di chiacchierate passate al microscopio dai magistrati milanesi – “erano già negli atti dell’indagine” della Procura di Firenze “sulla fondazione Open riferibile all’ex-premier Matteo Renzi”, ricorda velenosamente il quotidiano di Travaglio. Tutto, insomma, si incrocia a quei livelli.

La vicenda solleva il sipario sull’imbarazzante dietro le quinte dell’M5S, sui suoi rapporti tutt’altro che trasparenti (“Veniamo io e Di Maio. Senza dire che ci sentiamo ok?”, scrive Grillo a Onorato), sugli scambi di favori che non si possono dire alla base grillina a cui si è venduto il concetto che “uno vale uno” e che è la base a decidere.

Per il momento, ipotizza la Procura che indaga per traffico di influenze illecite, uno vale uno solo fino al momento in cui non arriva un altro che vale 240mila euro.

Sono i soldi che sono arrivati alla società del fondatore del M5S in forza di “un contratto biennale (240 mila euro) fino al 2019” stipulato con Onorato.

Un “contratto “fittizio” e che secondo i pm”, scrive il Fatto Quotidiano, “rappresenterebbe il pagamento per i favori che sarebbero stati fatti da Grillo che, assecondando i desiderata di Onorato, ha allertato i suoi parlamentari (nessuno di loro è indagato)”.

Ma cosa c’è in quelle famose 60 pagine di chat fra Grillo e Onorato estratte dai magistrati?

La questione degli sgravi fiscali a chi assume personale comunitario sulle navi è una faccenda su cui Grillo batte fin dal 2016. E lo testimonia un messaggio che Grillo spedisce ad Onorato contro l’allora ministro Padoan sul question time dell’onorevole M5S, Carla Ruocco: “Le facce di cazzo rispondono così”. E poi, a seguire, sempre rivolto a Onorato: “Così impari a dare mille euro per cena a bimbominchia”.

Ad agosto ecco il messaggio di Gigino Di Maio che Grillo gira ad Onorato: “Come promesso sono qui ad aggiornarla in merito alla sua segnalazione. Noi continueremo a vigilare affinché il tutto si svolga nel migliore dei modiLuigi Di Maio”.

Dopo tutti questi sforzi i Cinque Stelle vogliono raccogliere i frutti del loro lavoro in vista delle elezioni. E Grillo annuncia a Onorato che sarà alla manifestazione dei marittimi a Torre del Greco: “Veniamo io e Di MaioSenza dire che ci sentiamo ok?”.

Si arriva così al 4 marzo 2018 con i grillini che vincono le elezioniOnorato scrive ripetutamente a Grillo manifestando le sue esigenze a partire dagli sgravi fiscali, dai pagamenti che deve avere dal ministero guidato dal grillino Toninelli, dai rapporti complicati che ha con Unicredit , su cui Grillo attiva il ministro Patuanelli, fino allo scontro con il presidente dell’Antitrust, Pitruzzella.

“Caro Beppe – scrive Onorato a Grillo – Pitruzzella, uomo di (…) mi fa 29 milioni di sanzione. Mi vogliono morto”.

Come posso aiutarti?”, chiede il cofondatore dei Cinquestelle all’armatore. E Onorato, di rimando: “Pitruzzella è in scadenza (…) basta gente a libro paga!!”.

Poi c’è sempre la questione degli sgravi fiscali. Il 12 giugno 2019 Grillo scrive a Onorato: “Ho convinto Toninelli a occuparsi della questione a Bruxelles”. E, a riprova, inoltra all’armatore una chat con il ministro grillino: “Eccoci Beppe. Ciò che mi chiedi è già avviato. Unico dubbio è di natura politica. Onorato è amico e finanziatore di Renzi. Siamo sicuri di volerci muovere?”.

Ma Grillo assicura al proprietario delle compagnie di navigazione che ha ordinato a Toninelli “di andare avanti a Bruxelles” sulla questione degli sgravi fiscali.

Il 2 luglio Onorato, che ha incontrato il ministro dei Cinque Stelle, scrive a Grillo: “Con Toninelli è andata benissimo”.

L’indagine della Procura di Milano, in cui sono indagati Grillo e Onorato è, oramai, alle battute finali. È incardinata proprio su quel contratto da 240mila euro stipulato fra la società del comico Cinquestelle e Onorato.

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