“Non doveva farlo” Giorgia Meloni attaccata dalle femministe rosse: le zecche schiumano per la sua decisione di portare a bali la figlia Ginevra

Giorgia Meloni non è solo l’unica premier donna al G20, ma è anche l’unico leader che ha portato con sé la figlia. Ginevra era con lo staff della mamma a Bali dove il presidente del Consiglio ha avuto diversi incontri bilaterali. Un fatto clamoroso, che, penserete, avrà ricevuto i plausi delle femministe più incallite. E invece no. Non sapendo più cosa attaccare, ecco che le donne di sinistra se la prendono con la presenza della piccola Ginevra Giambruno al vertice in Indonesia.

Si inizia con Assia Neumann Dayan che sulle colonne della Stampa scrive: “Le operaie non si portano i figli in fabbrica, chissà come mai. In Italia le donne che lavorano sono paradossalmente quelle che se lo possono permettere, o quelle che hanno i nonni disponibili”. Ma non finisce qui: “Sono piuttosto certa – prosegue – che Meloni non avrebbe problemi a colloquiare con la Cina mentre aiuta Ginevra a fare le sottrazioni, sperando che non confonda le parti. Tutte le mamme lo fanno, lo fa anche lei. Certo, io se fossi in lei mi farei questi tre giorni a Bali tra adulti, figlia mia scusami ma mamma sta salvando l’Italia, se hai bisogno chiedi a papà, torno presto, lavati i denti”.

Ma la Dayan è in buona compagnia. A Repubblica non vogliono essere da meno e scatenano Claudia De Lillo. “Perché quindi, in quei quasi quattro giorni che richiedono ogni energia mentale, fisica ed emotiva di un capo di Stato, Giorgia Meloni ha scelto di prendere su di sé il carico – gratificante, inevitabile, pesantissimo – di una figlia al seguito? Non per passare con lei del tempo di qualità che difficilmente è contemplato dal protocollo. Non per mancanza di alternative familiari o professionali deputate al temporaneo accudimento. E allora perché? Probabilmente lei, che ricordiamo ‘donna, madre e cristiana’, ritiene che la vicinanza alla figlia sia prioritaria, perché la presenza materna è un valore non negoziabile, anche quando lo Stato richiede alla propria leader 48 ore di coinvolgimento e attenzione assoluti”. Insomma, la Meloni per la sinistra tiene troppo alla figlia di sei anni. Da qui il vergognoso rimprovero: “C’è un tempo del lavoro e c’è un tempo dell’accudimento“. Peccato però che tutte queste donne dimentichino un dettaglio non da poco: tutti, dal primo all’ultimo leader presente al G20, si sono complimentati con la Meloni definendo il loro un faccia a faccia proficuo. Anche se con il premier c’era Ginevra.

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Adesso apri il portafoglio e risarcisci il tuo ex collaboratore: Bellanova, nuova figuraccia. Aveva querelato i giornalisti che raccontarono quanto fosse brava a sfruttare il lavoro altrui. Tutti assolti

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