Gigino si ispira al suo nuovo mentore Massimo D’Alema per cercarsi un nuovo lavoro. Nel frattempo si gode la liquidazione: pochi sanno che per chi non viene eletto arriva un lauto assegno

Di Maio ora cerca lavoro: sulle orme di D’Alema potrebbe aprire una società di consulenza

«L’hanno cercato alla Farnesina: non c’è. L’hanno cercato a Montecitorio: non c’è. L’hanno cercato a Pomigliano: non c’è. L’hanno cercato sui social network: non c’è. L’hanno cercato nella sede del suo partito: non c’è (né lui, né il partito)»: ci siamo persi il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, ironizza La Verità, mentre il Giornale tira in ballo D’Alema come possibile “modello” del disoccupato Giggino.

Lo scrive Pasquale Napolitanobiografo dell’ex leader 5 Stelle. Di Maio si è congedato dalla politica con un lunghissimo post pubblicato sulla sua pagina Facebook. Poi ha ordinato al suo portavoce, Giuseppe Marici, di disattivare tutti i canali social. Lo staff ha smentito l’eventuale nomina come assessore regionale nella giunta De Luca. Certo negli ultimi mesi tra Di Maio e lo sceriffo salernitano è scoppiato l’amore.

Le ipotesi per Di Maio: da De Luca a D’Alema, insospettabili alleati

De Luca potrebbe riservare una poltrona in giunta per un fedelissimo del ministro degli Esteri: Vincenzo Spadafora o Valeria Ciarambino, consigliere regionale di Impegno Civico in Campania, sono i due favoriti. Di Maio ha deciso: niente politica per i prossimi due anni. Il Giornale rammenta che ka base di partenza per la nuova vita di Di Maio è l’assegno di fine mandato: 100mila euro per 9 anni in Parlamento. Soldi da investire per una società di consulenza per le relazioni internazionali. «In parole semplici: Di Maio si prepara a fare il lobbista per gli Stati stranieri. Nei tre anni alla guida della Farnesina l’ex capo dei Cinquestelle ha stretto rapporti con ambasciate e governi stranieri. In questi anni il compito è stato quello di difendere e tutelare gli interessi dell’Italia. Di Maio vuole continuare questa attività. Ma d’ora in avanti per conto dei governi stranieri che intendono ampliare i propri interessi in Italia».

Di Maio si candida a seguire le orme di un altro ministro degli Esteri: Massimo D’Alema che ha offerto le proprie competenze (e la mediazione) per i governi della Colombia e Cina. Proprio con D’Alema, Di Maio aveva già intessuto contatti intensi, certificati dai pranzi alla Farnesina. Non è un mistero che l’ex presidente dei Ds avesse fornito consigli preziosi al rampante politico 5 stelle. A giudicare dai risultati politici o i consigli erano sbagliati o l’allievo non ha imparato niente.

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