Meloni sotto il fuoco di fila della propaganda rossa: oggi Repubblica si gioca il Jolly. Direttamente dall’attico di New York gli insulti di Rula Jebreal

L’odio contro Giorgia Meloni sgorga ovunque. La sinistra apre il fuoco contro l’avversario più temibile, i più feroci sono i quotidiani, a partire da Repubblica e fino ad arrivare al Domani di Carlo De Benedetti. “Pericolo nero”, accostamenti a Benito Mussolini, presunti allarmi nelle cancellerie internazionali, prime pagine che lasciano interdetti.

E al coro non poteva che unirsi una specialista in materia, ovvero Rula Jebreal, che attacca la leader dei Fratelli d’Italia proprio in merito al fascismo. Il tutto su Twitter, laddove la Jebreal si scaglia nel dettaglio contro chi sostiene che la Meloni non sia fascista. Clamoroso, ma vero: in barba al fatto che la leader FdI sia nata nel 1977, ossia decenni dopo il tramonto del fascismo stesso.

Ma tant’è, scrive la Jebreal: “I negazionisti che difendono la Meloni sostenendo che ‘non è fascista’, ignorano il suo programma politico persecutorio & oscurantista, che fomenta odio e violenza“. Testuali, e brutali, parole. Dunque, Rula Jebreal ha allegato una serie di cinguettii in cui vengono esposte alcune idee del programma di FdI. Cosa ci sarebbe che fomenta odio e violenza? Ve lo elenchiamo: “Difesa dell’identità nazionale, contrarietà alla teoria gender, controllo delle frontiere, no al reddito di cittadinanza”.

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Al di là del fatto che non si capisce come si possa vedere in simili istanze odio, violenza e peggio ancora fascismo, Rula Jebreal è anche incappata in uno sfondone: quell’elenco, infatti, risaliva al 2018. Altri tempi, rispetto alla campagna elettorale appena iniziata. Ma alla Jebreal non interessa, tanto che aggiunge: “I veri fascisti la considerano una di loro, l’erede di Almirante, il leader che poterà al governo i loro ideali”. Un attacco scomposto, l’ultimo che ha colpito la Meloni in questa prima ondata di violenza verbale e fango.

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