tratto da Repubblica
Ci sarà anche Alessandro Orsini al Festival di Giffoni. Insieme ad attori, registi, personaggi amati dai ragazzi (ai quali la rassegna è da sempre dedicata), l’organizzazione ha invitato il professore noto per le posizioni filo-Putin manifestate durante i suoi numerosi interventi televisivi fin dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, e per tale ragione estromesso dalla direzione dell’Osservatorio sulla sicurezza internazionale della Luiss, dove riveste il ruolo di docente di Sociologia del terrorismo.
Al festival incontrerà i ragazzi della sezione “Impact” ai quali “siamo sicuri, regalerà delle nozioni molto interessanti!». Ma l’unico interesse manifestato finora, e non propriamente positivo, è stato quello dei social sui quali si è animata la polemica per la presenza del controverso personaggio. Tra chi li accusa di essere “indecenti”, a chi definisce Giffoni “il festival dell’indottrinamento”, “disposti a tutto pur di avere un po’ di pubblicità gratuita”a chi, sarcasticamente, li sollecita a invitare “anche i negazionisti dell’Olocausto, i terrapiattisti, anche gli ufologi”. Scrive l’ex parlamentare di Fratelli d’Italia Guido Crosetto: “Dopo le Bimbe di Conte ecco i Bambini di Orsini. Nati come festival del cinema per ragazzi e finiti a luogo di parte. Complimenti per essere riusciti a rovinare una stupenda idea“.
La replica non si fa attendere: “Giffoni è un territorio libero – rispondono gli organizzatori – dove il pensiero è libero. Dove tutti sono liberi di esprimere le proprie opinioni. Abbiamo trattato temi sensibili coinvolgendo le diverse opinioni e ragioni e mettendole a confronto in un campo aperto e al di fuori di ogni preconcetto”. Tra i commenti, quello del giornalista di Agorà (Rai 3) Fulvio Paglialunga: “Fate bene, qualcuno deve spiegare ai giovani come si vive felici durante una dittatura” scrive, riferendosi a quando Orsini, ospite del talk Cartabianca, disse che suo nonno era stato un bambino felice durante il ventennio fascista.