Crisi di governo, peggio delle barzellette! Mattarella furibondo contro Draghi: non vuole assolutamente che cada il governo. L’impiegato di banca non sa cosa fare e si dichiara in “pausa di riflessione”

Il governo di Mario Draghi sembra al capolinea. La decisione di Giuseppe Conte e M5s si uscire dall’aula e non votare la fiducia al Senato sul dl Aiuti non sembra lasciare altre possibilità: il premier è stato chiaro, in questo caso per lui restano solo le dimissioni. Dunque oggi, giovedì 14 luglio, salirà al Quirinale da Sergio Mattarella formalizzando la richiesta di non essere rinviato alle Camera. Richiesta che Mattarella sarebbe intenzionato a rifiutare. Una crisi, di fatto aperta, che ha ancora molti finali possibili. Tra questi: verifica di maggioranza in aula e governo che tiene; crisi subito, aperta senza il passaggio dall’aula, con il sì alle dimissioni del premier; dunque sullo sfondo la possibilità di consultazioni e nuovo governo o voto subito.

Draghi convoca Cdm alle 18.15. Fonti: “Nessune dimissioni, sta riflettendo”
Il premier ha convocato alle 18.15 il Consiglio dei Ministri che era stato rinviato nel pomeriggio. A quanto pare il premier non ha ancora formalizzato le sue dimissioni. Fonte vicine a palazzo Chigi fanno sapere che il premier sta riflettendo.

tratto da dagospia.com

Mario Draghi ha ritenuto inutile tenere il Consiglio dei ministri, che era previsto alle 15.30, perché non aveva alcuna intenzione di fare altri passi dopo il voto del Senato sul Decreto aiuti. Salito al Colle, Mariopio ha avuto un durissimo faccia a faccia con Sergio Mattarella.

Al presidente della Repubblica, che non ha nessuna voglia di elezioni anticipate ma punta a portare il Paese al voto il 21 maggio 2023, Draghi ha detto chiaro e tondo: “Serve una maggioranza coesa che mi permetta di mantenere le promesse fatte all’Europa. Ne va della mia personale credibilità. Se mi lasciano lavorare, sono disponibile a una verifica di maggioranza. Ma non sono disposto a restare per l’ordinaria amministrazione”.

Draghi ha spiegato a Mattarella che con una maggioranza così litigiosa e in assetto da guerra (Salvini e M5s scalpitano per andare a votare, ma anche una fetta del Pd) non è solo difficile governare ma si rischia di combinare qualche grosso pasticcio nella messa a terra del Pnrr: “E io non intendo perdere la faccia per questo”. Il presidente della Repubblica, in modalità Mummia sicula, ha ascoltato e si è preso un po’ di tempo per riflettere.

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La furia di Mariopio è dovuta anche alla telefonata di chiarimento avuta con Conte ieri. Peppiniello Appulo, maestro di contorsionismi verbali, aveva lasciato immaginare che il M5s fosse disposto a votare la fiducia. Ma poi le insistenze e le pressioni del tandem Paola Taverna-Riccardo Ricciardi hanno spinto il fu Avvocato del popolo all’ennesima giravolta.

Nel Pd la situazione è più che mai confusa. La “fronda contiana” (Boccia, Orlando, Provenzano) spinge per andare subito a elezioni. Il motivo? La convinzione che, con l’attuale legge elettorale, il Pd sarà costretto a presentarsi alle urne in alleanza con il M5s.

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