“Nel M5S c’è disagio politico. Restiamo al governo, ma serve un forte segno di discontinuità”. Sono state queste le prime parole di Giuseppe Conte dopo il vertice di un’ora a Palazzo Chigi con Mario Draghi. Un faccia a faccia che ha preceduto la discussione del dl Aiuti oggi in esame alle 14 alla Camera. Proprio sul provvedimento il governo lavora per trovare una mediazione, saltata ieri dopo una giornata di trattative. Il dl Aiuti prevede uno stanziamento di 23 miliardi di euro a sostegno di famiglie e imprese, pesano l’ostruzionismo dei 5 Stelle e 400 emendamenti.
Intanto il governo ha ottenuto (tra le proteste di FdI) il rinvio della discussione in Aula alle ore 14. Il tentativo dell’esecutivo è cercare di trovare un accordo nella maggioranza per arrivare in tempi rapidi all’approvazione del decreto senza dover ricorrere alla fiducia: entro il 16 luglio, infatti, il dl deve essere approvato anche al Senato. Una corsa contro il tempo e contro l’opposizione dei grillini che chiedono il rifanziamento del Superbonus e lo stralcio dal provvedimento dei fondi per la costruzione del termovalorizzatore a Roma.
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La Lega sembra aver ritrovato la sua compattezza: in mattinata c’è stato un “lungo colloquio” tra Salvini e Giorgetti che sembra aver rimesso nei ranghi l’ala più “barricadera” del Carroccio, fortemente orientata a dire addio al governo. Ma, spiegano dallo staff del ministro, nell’incontro c’è stata compattezza sulla linea scelta.