Stato d’emergenza, ci risiamo! Questa volta la scusa per terrorizzare i polli si chiama siccità: come se in estate non fosse mai accaduto. Cosa intende imporre la Protezione civile

Tra la siccità e una delle peggiori ondate di calore degli ultimi anni, la situazione in Italia è piuttosto allarmante. Per questo motivo Fabrizio Curcio, capo del Dipartimento della Protezione Civile, ha iniziato a parlare di stato di emergenza. Lo ha fatto ai microfoni di SkyTg24, delineando uno scenario molto preoccupante: “In alcune zone del Paese non possiamo escludere un razionamento dell’acqua e quindi la chiusura della distribuzione durante le ore diurne”.

“La fotografia italiana – ha spiegato Curcio – è un 40-50% di quantità di acqua piovuta in meno quest’anno rispetto alle medie degli ultimi anni. Abbiamo avuto fino al 70% di neve in meno. Abbiamo fiumi come il Po, uno dei più importanti a livello nazionale, che ha portate fino all’80% in meno. Quindi abbiamo una situazione generalizzata di carenza di risorse idriche, una generale carenza di pioggia. In alcune aree diventa impattante in maniera assolutamente importante a livello agricolo, a livello ittico, produzione dell’energia elettrica”.

Insomma, la situazione è complessa in tutta Italia: “La dichiarazione dello stato di emergenza è un atto del governo formale, ma non è che di per sé risolva il problema, soprattutto in un’emergenza così particolare di mancanza d’acqua. L’importante della dichiarazione dello stato di emergenza è capire quali misure si possono mettere in campo per mitigare questa problematica. Quello che dobbiamo fare – ha chiosato Curcio – è dichiararlo una volta che abbiamo chiare quali sono le misure che si possono o si vogliono mettere in campo per mitigare questo problema”.

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