Si è presentato davanti all’Inquisizione protetto da una marea umana: a processo il dottor Milani per aver osato curare a casa oltre duemila persone

tratto da Byoblu

Ecco a voi la sede bolognese degli infami stasera alle ore 18 e 30

Fabio Milani, medico alla sbarra per aver svolto il proprio lavoro in maniera libera e la chiamata alla solidarietà di chi chiede libertà per i professionisti della salute. Un copione già visto in questi mesi: in tante occasioni gli scienziati con opinioni divergenti rispetto alle indicazioni del governo sono stati puniti per la loro attività, in barba all’articolo 4 del codice deontologico che afferma che “l’esercizio della medicina è fondato sulla libertà e sull’indipendenza della professione”.

Udienza con presidio solidale

Si apre martedì 7 giugno all’ordine dei medici di Bologna il processo disciplinare a carico del dottor Fabio Milani, accusato di aver curato circa 3mila persone senza rispettare i protocolli del ministero della Salute, da due anni fermi a “paracetamolo e attesa” nonostante le obiezioni sollevate da varie parti del mondo scientifico.

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Fuori dall’aula di via Alvisi Zaccherini, dove il professionista è chiamato a presentarsi, organizzazioni e gruppi per la libertà di scelta si sono dati appuntamento alle 18.30 per esprimere solidarietà al medico che rischia la radiazione con lo slogan “giù le mani da Milani”.

Sono almeno dieci i casi balzati alle cronache di dottori e professionisti della sanità posti sotto accusa. In tre casi si è anche arrivati all’arresto, come la vicenda del piemontese Giuseppe Delicati, condotto in carcere per aver firmato esenzioni dall’inoculazione, il romano Alessandro Aveni e il toscano Federico Calvani, accusati di false vaccinazioni.

I sospesi e i radiati

Oltre ai casi estremi del carcere, si contano già decine di medici sospesi o radiati dall’Ordine anche solo per affermazioni divergenti rispetto alla linea di governo. I primi professionisti radiati risalgono ai tempi della legge Lorenzin sull’obbligo di vaccini pediatrici, erano i primi volti ad esporsi a favore della libertà in campo sanitario: parliamo di Dario MiedicoRoberto Gava Gabriella Lesmo, scomparsa a fine agosto.

Ai tempi del covid è toccato a Riccardo Szumski, medico e sindaco di Santa Lucia di Piave in provincia di Treviso. Tanti altri sono stati sospesi in via temporanea o sono in attesa di esito di procedimento disciplinare. A febbraio il presidio a Mestre partecipato da centinaia di persone in sostegno di Barbara Balanzoni, anestesista e rianimatrice sospesa per un anno dall’ordine dei medici di Venezia. Stessa sorte toccata a Silvana De Mari, altro volto noto della scienza non allineata. Recentemente abbiamo parlato della sospensione del professor Giovanni Frajese e del processo a carico di Giuseppe Barbaro, cardiologo accusato di aver prescritto esami specifici prima del vaccino.

In attesa di esito di ricorso il dottor Andrea Stramezzi, sospeso per aver assistito fuori dai protocolli sei mila pazienti.

Vietato dubitare, vietato curare secondo coscienza

C’è chi è stato censurato ma non sospeso, come il campano Gerardo Torre, sanzionato, si legge nella sentenza, per “aver divulgato informazioni sanitarie non fondate su conoscenze scientifiche ma frutto di una personale e aprioristica denigrazione dei rimedi di profilassi raccomandati dalla comunità scientifica”. In poche parole non si può dubitare delle affermazioni del ministero della Salute e degli scienziati del governo: vanno prese come un dogma tradendo la definizione stessa di scienza. E oltre a dubitare, come insegna la vicenda di Fabio Milani e di altri che lo hanno preceduto alla sbarra, è vietato visitare e curare. Nella nuova normalità, dove l’attesa diventa addirittura una forma di cura, non c’è spazio per l’esercizio libero della professione medica, anche se, come insegnano tutti i casi analoghi a quello del dottore bolognese, le percentuali di guarigione dei malati assistiti fuori dal protocollo-Speranza sono vicine al 100%.

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