“Un lockdown troppo sospetto: il covid non c’entra nulla” Ipotesi da pelle d’oca di Meluzzi sulle nuove imposizioni totali applicate in Cina

tratto da Radio Radio

La Cina ha avuto un ruolo di assoluta preminenza nella questione pandemica. Già potenza mondiale economica in rapida scesa, il Covid ha portato alla ribalta Pechino per i dubbi sulla nascita e propagazione del virus. Ora in una fase di indebolimento della virulenza della pandemia, la Cina torna ad attuare pesanti lockdown totali in alcuni grandi centri urbani con milioni di abitanti, tra cui Shangai.

Per Alessandro Meluzzi tali misure non hanno nulla a che fare con il Covid e con la dottrina cinese del contagio zero. La chiusura delle principali città portuali sarebbe invece da ricondurre ad una scelta di tipo politico-economico.

Chiudendo i principali scali per l’interscambio con l’Europa, Pechino vorrebbe bloccare l’esportazione di microprocessori e tecnologie fondamentali per la produzione industriale occidentale. Il Covid ha offerto in tal modo alla Cina di poter colpire i concorrenti del Levante senza incorrere in possibili sanzioni legali o ritorsioni.

L’analisi di Alessandro Meluzzi

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  1. Certo Meluzzi, hai ragione, tanto se li possono economicamente permettere, tutto è fatto in Cina, chiudono un poco e triplicano i prezzi e tutti a correre per accaparrarsi l’immondizia elettronica

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