Profughi Ucraina, parte il business dell’accoglienza. Lamorgese in prima fila a Bruxelles per alimentare Caritas e Ong rosse. Nel frattempo centinaia di migliaia di italiani rimangono soli e senza stipendio per colpa di una inutile puntura

“L’Italia è abituata a gestire situazioni anche emergenziali: tramite la rete delle Prefetture, il mondo dell’associazionismo, i Comuni faremo fronte a tutte le necessità che si presenteranno per accogliere i rifugiati in fuga dall’Ucraina in guerra”.

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La ministra dell’Interno Luciana Lamorgese è a Bruxelles per dare tutto l’appoggio dell’Italia al piano europeo di accoglienza dei profughi ucraini che dovrebbe essere facilitato dall’applicazione di una direttiva finora rimasta sempre sulla carta che consentirebbe ai milioni di persone che lasceranno le zone di guerra di ottenere automaticamente lo status di rifugiato per un anno ( rinnovabile) senza bisogno di fare alcuna richiesta di asilo. Oggi i ministri dell’Interno dei 27 Stati membri della Ue sono chiamati a dare il via libera a questa applicazione ma non tutti sono d’accordo. Al momento gli ucraini in fuga possono circolare liberamente in Europa per 90 giorni poi, senza questa direttiva, la burocrazia obbligherebbe milioni di persone ad intraprendere la trafila della richiesta di riconoscimento della protezione internazionale.

“L’Italia – ha aggiunto Lamorgese – non ha assolutamente alcuna riserva sull’attivazione della direttiva Ue sulla protezione temporanea, che darebbe ai rifugiati ucraini il diritto di lavorare e studiare nell’Ue. Abbiamo sempre detto che serve un’Europa solidale: è questa l’occasione per dimostrarlo”.

In Italia sono attesi almeno 800.000 profughi e proprio ieri il Viminale ha inviato una direttiva ai prefetti per mettere a punto un piano di accoglienza che coinvolgerà molto anche i privati che stanno rispondendo in maniera straordinaria con una vera e propria gara di solidarietà. “Davvero – ha spiegato la ministra dell’Interno – i numeri sono elevatissimi, bisogna assolutamente che ci sia una linea decisa, anche per verificare, quando saranno trascorsi i novanta giorni dell’esenzione visto, la necessità di avere una certezza sull’iter che dovranno seguire coloro che arriveranno nei Paesi europei”.

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  1. io non nutro odio per l’inetta befana, ma piuttosto nei confronti di coloro che per coerenza avrebbero dovuto uscire dal governo e mettersi all’opposizione nel rispetto e per il bene degli italiani che tuttora subiscono discriminazioni e imposizioni assurde

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