Ucraina, comunque vada a finire lo in quel posto lo prenderemo solo noi: persino Prodi ne è convinto

Estratto dell’articolo di Federico Fubini per il “Corriere della Sera”

Da presidente del Consiglio e della Commissione europea, Romano Prodi è fra i leader al mondo che più volte hanno avuto direttamente a che fare con Vladimir Putin. […] […] Questa guerra peserà sulla ripresa mondiale. […] le sanzioni sul settore dell’energia colpirebbero particolarmente […] l’Italia e la Germania perché sono le economie che esportano più beni strumentali alla Russia».

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[…] per noi la perdita non sarebbe solo temporanea, per la durata delle sanzioni, perché i nostri clienti russi ci sostituirebbero con prodotti cinesi che poi sarebbe molto difficile scalzare. Se si guardano i dati, l’intensificazione dei rapporti di scambio fra Russia e Cina già oggi è impressionante».

Dunque lei è contrario alle sanzioni alla Russia?

«Non lo sono necessariamente. Nulla è più prezioso dei valori democratici, ma dico solo, da vecchio professore di economia industriale, cosa succederebbe. Perderemmo qualcosa anche nei beni alimentari, anche se in questo caso non rischiamo una sostituzione di lungo periodo».

E per quanto riguarda gli approvvigionamenti di energia?

«Qui il problema è ancora più serio, anche se da un paio di giorni la Russia sembra aver aumentato le forniture di gas che prima aveva lasciato scarseggiare. Questa scarsità ha già creato problemi notevolissimi. Poi è arrivata la strana decisione tedesca di bloccare la certificazione di Nord Stream 2».

Lei era a favore di quel gasdotto che collega direttamente la Russia alla Germania dal Baltico, tagliando fuori Bielorussia, Ucraina e Polonia?

«Niente affatto: sono sempre stato contrario a Nord Stream 2 perché non ho mai voluto che si togliessero risorse all’Ucraina. Il passaggio del gas dall’Ucraina era un messaggio politico della nostra solidarietà verso quel Paese. L’idea era che se dovevamo dipendere dal gas russo, per lo meno che i diritti di passaggio spettassero a un Paese che ne aveva bisogno come l’Ucraina. È un modo per finanziarla. Meglio pagare la tariffa all’Ucraina, che ne ha bisogno, piuttosto che alla Germania».

Dunque lei approva lo stop di Berlino al Nord Stream 2?

«Purtroppo no, perché proprio adesso, con la tensione che c’è sui mercati europei dell’energia, sarebbe stato il momento di tenere aperto quel canale».

Ma non ha mai funzionato.

«No, però era pronto per farlo! Adesso è il momento di tenerlo aperto, perché la Germania sta chiudendo tre centrali nucleari».

Presidente, permetta di insistere, lei sembra molto riluttante a sanzionare la Russia per ciò che fa in Ucraina…

«[…] l’impatto delle sanzioni sarà del tutto asimmetrico. Costerebbero molto all’Europa e in particolare all’Italia e alla Germania. Costerebbero invece molto meno agli Stati Uniti che le stanno chiedendo con forza, ma non hanno con la Russia gli stessi nostri rapporti di scambio».

Dunque lei che soluzione propone?

«Sono assolutamente atlantista e per la Nato, ma l’alleanza non può essere solo militare. Trovo che gli Stati Uniti dovrebbero dimostrare solidarietà ai Paesi europei che compiono lo sforzo delle sanzioni».

Già ma come, inviando più navi di gas liquefatto americano a prezzi abbordabili o assorbendo prodotti del nostro export?

«I modi di venire in aiuto sono tanti e certamente il gas liquefatto americano non aiuterebbe, se continuasse ad arrivare a cinque volte il prezzo di nove mesi fa».

Presidente, ma anche se arrivasse a prezzi più bassi non avremmo in Italia rigassificatori sufficienti per rimpiazzare il gas russo, né potremmo affidarci a quelli spagnoli perché la Francia non ha mai voluto i tubi di interconnessione, per proteggere il proprio mercato.

«Questo è il problema. In un’Unione economica e ormai anche politica, quale è oggi l’Europa, non possiamo permetterci di avere tanta diversità di approcci». […]

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