Morte professor Trinca, l’inquisizione si scaglia contro il medico perbene che gli aveva dato l’esenzione al vaccino. È indagato ufficialmente per omicidio colposo

Alessandro Fulloni per il “Corriere della Sera”

«Io ho rilasciato al dottor Trinca un’esenzione in scienza e coscienza e lo rifarei senza dubbio. Di certo non ho emesso quel certificato per le sue posizioni nei confronti del vaccino». Lo dice Pietro Solinas, dottore di famiglia del biologo no vax Franco Trinca, morto lo scorso 4 febbraio all’ospedale di Città di Castello dove era ricoverato da circa due settimane per una polmonite bilaterale causata dal Sars-CoV-2. Il medico curante è ora indagato per omicidio colposo dalla Procura di Perugia diretta da Raffale Cantone.

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Intervistato dal Corriere dell’Umbria , Solinas si è detto «pronto a spiegare ai magistrati» di aver «agito correttamente. Trinca aveva delle chiare condizioni che potevano portare all’esonero e la sua certificazione è stata accolta anche dall’Istituto superiore di Sanità che l’ha valutata dopo l’apertura del procedimento disciplinare nei suoi confronti da parte dell’Ordine dei biologi in quanto non vaccinato. In quel momento la certificazione è stata ritenuta idonea».

 Il biologo, che aveva 70 anni, era uno dei punti di riferimento del mondo no vax – aveva anche depositato denunce contro lo Stato per strage e terrorismo – tanto da diventare uno dei coordinatori del movimento «Uniti per la libera scelta». Non si era vaccinato anche perché, aveva spiegato in tv, aveva «un buon sistema immunitario». Sulle prime, dopo il ricovero, le sue condizioni non erano sembrate preoccupanti ma poi la situazione è peggiorata. Solinas – di mezza età, sposato, con figli, «regolarmente vaccinato con tutta la famiglia» – spiega che Trinca «aveva rifiutato i monoclonali appena accolto in ospedale, poi li ha accettati qualche giorno dopo: ma ormai era tardi per quel trattamento e ne ha rifiutati anche altri».

Dopo il decesso la Procura di Perugia ha disposto l’autopsia «al fine di verificare l’effettiva causa di morte». Secondo gli investigatori di Cantone, il biologo «era risultato, da altre indagini in corso, destinatario di esenzione dalla somministrazione del vaccino» e l’esame, ha spiegato la Procura in una nota, «si è reso necessario per comprendere se le situazioni che avevano giustificato l’esenzione fossero effettive». E anche se, in caso contrario, il decesso, eventualmente dipendente da Covid, «potesse essere collegato all’omessa somministrazione del vaccino».

Solinas, dottore assai apprezzato a Perugia e che in questi giorni ha continuato a visitare i pazienti nel suo studio in periferia, è indagato non solo per omicidio colposo ma anche per falso ideologico. È stato lui stesso a dire di «avere rilasciato altre esenzioni ma sempre – ha ribadito tassativo e sicuro – dopo averne rilevato i presupposti medici». Quanto alla conoscenza con Trinca (che era anche un nutrizionista, titolare di centri di dimagrimento e di punti vendita di farmaci) «era quella normale tra un medico di base e un paziente in cura da lui da molti anni. Non era certo venuto da me per avere l’esenzione».

 Sulla vicenda interviene anche Silvio Pasqui, direttore dell’ospedale dove Trinca era stato ricoverato: «Da medico posso dire che ogni volta che un paziente muore è una sconfitta. Tanto più quando la possibilità per evitarlo c’è, in questo caso con il vaccino». I Nas, intanto, stanno conducendo accertamenti sul rilascio, negli ambulatori di base in tutta l’Umbria, delle 826 certificazioni firmate sinora dai medici. Non è detto che ci siano per forza irregolarità, ma è certo che anche una seconda dottoressa risulta indagata per falso.

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