Caro bollette, piccoli produttori sempre più strozzati! La Grande Distribuzione approfitta della crisi per imporre prezzi da fallimento

Un barattolino di pesto, che aveva costi di produzione di 1,10-1,20 euro, ora sale a 1,60-1,70 euro, ma le catene di supermercati continuano a pagarlo al produttore 1,70-1,80 euro come prima. “Così i piccoli collassano”, dice Cna. “prioritario non aumentare i prezzi ai consumatori” replicano le grandi insegne.

Rincari, i piccoli fornitori contro la Gdo: “Non ci paga abbastanza la merce”

di Azzurra Giorgi per Repubblica

(cge)

Dieci centesimi. È il margine di un produttore locale che da tempo vende alla distribuzione organizzata e ora deve far fronte ai rincari esorbitanti di energia e materie prime. Succede a lui e a molti altri, perché nell’aumento generalizzato dei prezzi si è creato un corto circuito: i supermercati bloccano i costi per venire incontro ai clienti finali, ma per chi gli fornisce i prodotti, soprattutto quelli già pronti di gastronomia, pasticceria e panetteria, il prezzo è sempre lo stesso, mentre la cifra per produrli lievita.

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Un esempio: un vasetto di pesto fresco da 180 grammi, realizzato con solo basilico, olio extravergine di oliva, pecorino romano, parmigiano e pinoli, un tempo costava al produttore circa 1,10-1,20 euro, ora lievitati a 1,60-1,70, quasi lo stesso prezzo pagato al piccolo fornitore dalla grande distribuzione, fissato a 1,70-1,80 euro. Appena dieci centesimi in più, mentre il cliente finale lo trova sugli scaffali a 2,90 euro. “Già prima della pandemia i nostri margini erano risicatissimi – racconta un produttore che preferisce restare anonimo -. Adesso siamo in perdita, gli aumenti che chiediamo ci servono giusto per andare in pareggio, pagare i costi fissi”.

“È uno scenario che sta mettendo a dura prova la tenuta di moltissime aziende del settore artigiano – spiega Giulia Biagioli, presidente dell’Unione Agroalimentare di Cna Firenze -. Si tratta di piccole imprese che hanno i loro punti di forza in una produzione artigianale, di qualità e nelle persone. Per noi pochi centesimi sono significativi nella copertura dei costi di produzione, e la grande distribuzione deve riconoscere questi aumenti a monte della filiera”.

Per chi produce, non ci sono molte alternative: “O iniziamo a fare prodotti di scarsa qualità, ed è inimmaginabile per la tutela e l’attenzione che da sempre prestiamo ai nostri clienti e consumatori, sarebbe come tradire la nostra ragione di essere. Oppure troviamo nuovi sbocchi, ma è difficilissimo perché siamo strutturati proprio per rifornire la Gdo. Anche l’opzione dell’online, che già pratichiamo, è limitata a un raggio di pochi chilometri dalla sede e non assicura i volumi necessari a coprire anche il solo costo del personale.

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