Scandalo Bruxelles, lo scandalo si ingrossa: Panzeri accusato di essere il Bancomat che elargiva mazzette dentro il parlamento europeo

Giuseppe Salvaggiulo,Monica Serra per “la Stampa”

L’inchiesta sulla Tangentopoli europea delinea una ragnatela di corruzione creata da Antonio Panzeri quando ha fondato nel 2019 a Bruxelles, dopo la mancata rielezione, Fight Impunity. Un centro di smistamento di tangenti, provenienti da Qatar e Marocco e distribuite nel Parlamento Ue dopo essere transitate, schermate, dai conti correnti della Ong paladina dei diritti umani.

Gli investigatori belgi sospettano che della ragnatela facesse parte anche Andrea Cozzolino, eurodeputato campano del Pd, dopo che nell’interrogatorio Francesco Giorgi ha fatto il suo nome come possibile percettore di parte dei soldi. Giorgi è il trait d’union tra i due: ex assistente di Panzeri, dal 2019 lavorava per Cozzolino. L’altro nome fatto da Giorgi è quello del deputato socialista belga Marc Tarabella, già perquisito. Entrambi negano illeciti. La Procura federale cerca riscontri, valutando la possibilità di chiedere l’autorizzazione a procedere al Parlamento.

Formalmente, la principale attività della Ong era redigere un rapporto annuale. A quello del 2021 ha lavorato anche Giacomo Bartolo, figlio di Pietro, un altro eurodeputato Pd.

«Aveva un contratto a partita Iva da circa 1.900 euro lordi mensili – spiega -. Ha lasciato dopo sette mesi perché la vita a Bruxelles era troppo cara e il lavoro non pienamente soddisfacente». Due assistenti di Bartolo, uno dei quali aveva lavorato per Panzeri, sono stati perquisiti. Il suo nome, invece, non compare nei mandati di arresto.

Per il momento sono i deputati socialisti italiani e belgi nel mirino. Ma nella ragnatela c’è «un gruppo indeterminato e molto ampio di persone dedito alla consumazione di fatti di corruzione e operante all’interno di strutture europee». Lo scrivono anche i magistrati italiani nei decreti di perquisizione e sequestro disposti sulla base dell’ordine di investigazione europeo trasmesso a Milano. Per poi sottolineare che si tratta di soggetti «con o senza legami con l’Unione europea».

I soldi cash trovati a Bruxelles sarebbero solo una piccola parte delle tangenti. Sono sette i conti correnti italiani che ora gli investigatori dell’aliquota di pg della Gdf stanno setacciando, «perché è presumibile che il provento dei fatti illeciti sia stato trasferito sui conti bancari». Ed effettivamente, negli estratti conti consegnati dalle banche, alcuni movimenti di interesse investigativo sono già stati individuati.

Una pista su cui gli investigatori hanno appena iniziato a lavorare per ricostruire il «quadro internazionale dell’organizzazione criminale» che pagava «ingenti somme di denaro in cambio dell’attività» di eurodeputati e non solo finiti «a libro paga» dei Paesi corruttori. Giorgi ha ammesso di far parte di un’organizzazione usata sia dal Marocco che dal Qatar per intervenire negli affari europei, confermando che Panzeri ne era il capo e di aver avuto il ruolo di gestire le grandi quantità di denaro. Panzeri era considerato «amico» dai servizi di sicurezza marocchini.

Con l’attuale ambasciatore del Marocco a Varsavia, Abderrahim Atmoun, considerato l’agente della corruzione, aveva lavorato a Bruxelles nel 2017, nell’ambito di una commissione bilaterale. Era invece tutt’altro che amico del Marocco l’eurodeputato spagnolo Miguel Urbán, eletto con Podemos. Nel maggio 2021 aveva denunciato un’intrusione notturna nella sua casa di Madrid.

Erano stati rubati due hard disk, foto di famiglia e il salvadanaio di sua figlia, ma non oggetti di maggior valore. Insospettitosi, aveva denunciato il fatto alla polizia spagnola e al servizio di sicurezza del Parlamento Ue, che aveva valutato l’episodio come sospetto in quanto frutto di «mani esperte». David Sassoli, allora presidente, aveva allertato i ministeri degli Interni di Spagna e Belgio. Anche questa vicenda è oggetto di valutazione da parte degli investigatori belgi.

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