“Negli ultimi due anni i malati di linfoma e i leucemici sono esplosi” Effetti avversi, il racconto dall’ospedale di Max Del Papa, il giornalista che a causa del siero si è ammalato di cancro

Vaccini, adesso anche i tribunali riconoscono gli effetti avversi: ma lo Stato non paga, non risarcisce, se ne lava le mani
I pretesti per non rifondere i malati da vaccino sono i soliti della burocrazia: cavilli, scemenze, a coprire una spiegazione ignobile e sconcertante: “se tutti fanno così…”. Già, chi è malato non deve permettersi: aspetti di morire e non rompa, non creda alle promesse.

di Max del Papa per Il Giornale d’Italia

La Verità, in procinto di essere comprata dall’industriale leghista romano Angelucci, leader della sanità privata, come tutti gli altri giornali di destra, spara le ultime cartucce sullo scandalo vaccinale (dopo la firma non potrà più farlo, per evidenti ragioni).
Unica a farlo sapere, la testata di Belpietro informa che i tribunali hanno cominciato a sancire correlazioni tra vaccini e malattie: una cardiopatia, una patologia neurologica.
È una notizia ovviamente ignorata da tutti, per quanto potenzialmente epocale: se perfino una magistratura schierata a sinistra come la nostra arriva a riconoscere i tanto famigerati, contestati effetti avversi, qualcosa vuol dire.
Altro che qualcosa! Come ebbe a dire la presidente della Corte Costituzionale, Sciarra, in odor di candidatura col PD, sì, i governi Conte e soprattutto Draghi avevano instaurato un regime proibitivo, ma essendo un regime amico, garantito da Mattarella, andava tutto bene, “non apparendo inadeguate alla luce della scienza le misure adottate”.
La scienza non c’entrava e oggi è la stessa scienza a confermarlo: in tutto il mondo, quelle misure, in Italia adottate a livelli cinesi, si sono dimostrate inefficaci, controproducenti, e come tali hanno avviato processi di ripensamento, di messa in discussione, perfino di scuse verso i cittadini oppressi.

In Italia no.
In Italia si continua con la propaganda di regime, e che il maggior responsabile di quegli eccessi, l’allora ministro Speranza, venga inseguito da strazianti orde di cittadini menomati, paralizzati, in carrozzina, o in faccia per la paralisi di Bell, è un effetto fisiologico della protesta che però non intacca la connivenza politica.
Di tutta la politica, e della magistratura. Come si spiegano queste prime aperture dei giudici verso la verità?
In un modo molto semplice: fino a che comandava la sinistra non si azzardavano, giusto il teorema di Sciarra; adesso comanda la Meloni e si può sancire una correlazione, e poi che se la vedesse lei.
Meloni aveva promesso sostegno ai lesionati da vaccino, ma è già costretta a fare marcia indietro: se un tribunale conferma la malattia indotta dal vaccino, la burocrazia dello Stato esclude qualsiasi risarcimento aggrappandosi a cavilli, a scuse ignobili, ma con una ed una sola motivazione: se tutti fanno così…

Già, se tutti fanno così, se chiunque rovinato dal vaccino si mette in testa di venire risarcito, dove andiamo a finire? I soldi ci sono, si buttano, per qualsiasi cosa, ma per rifondere le vittime del regime precedente, che continua in scia, che si trasfonde nell’attuale, i soldi non si trovano. Quanto a dire, a confermare che il regime sanitario di sanitario aveva niente: era una faccenda politica. Una faccenda di potere.

Se ci fate caso, destra e sinistra si scannano, o fingono, su tutto tranne che su una cosa: quel regime. Perché erano tutti dentro, d’accordo, da sinistra a destra, e nessun partito, movimento, setta si è mai formalmente opposto. Neanche le frange più esagitate ed estreme di ambo le parti.
Nessuno chiede sul serio la commissione d’inchiesta sul Covid, già affondata da Mattarella, procrastinata sine die come fa sempre un regime quando non vuole occuparsi di qualcosa. Nessuno si divide, si dissocia da quelle misure autoritarie, totalitarie, sapendo che torneranno utili alla prima occasione, che la tecnologia del controllo ogni mese fa passi da gigante.

Una faccenda di potere. E di affari, presupposto e obiettivo definitivo di qualsiasi potere. Mentre i morti e i malati continuano, imperterriti, un esercito tetro e disperato che non accenna a ridursi, che ogni giorno trova nuovi coscritti, per quanto riluttanti ad ammettere la verità.
Il cantante Pelù, “allergico allo shampoo” e alla sincerità, depresso e sordo, dà la colpa a un tecnico audio invece che alle quattro o cinque dosi di cui si vantava.

Il giornalista Franco di Mare che ammette in televisione di avere un tumore spietato, senza scampo, ma dà la colpa alle polveri sottili assorbite, chissà come, trent’anni prima, come avesse lavorato sepolto nelle miniere del Belgio anziché, per tutta la vita, nei confortevoli uffici Rai di Saxa Rubra.
Chi scrive continua da parte sua a ricevere messaggi con storie micidiali, peggio di una pugnalata. Questo l’ho scovato sui social, lo riproduco, è pubblico e firmato. “Dopo questo messaggio ci siamo sentiti al telefono. Appena io ho detto vaccino lei ha detto: “È stato quello ve?” Io era già 18 mesi che contavo i malori improvvisi. Poi non ne abbiamo più parlato. Bisognava pensare alla cura. La prima chemio era già stata fissata per il 10 gennaio 2023. Non gliel ho detto, ma io ero cupo, non tanto per la massa tumorale 4×5 cm, ma per i focolai al polmone. Tanto anche se non le dicevo le cose lei mi leggeva dentro. La perdita di peso, dei capelli, delle sopracciglia. Mi mandava le foto perché siccome le bucavano troppo le braccia le avevano messo nel petto sotto cute un apparecchio per iniettarla con più facilità. E mi ha mandato la foto. Ho delle foto che se le pubblicassi vi sentireste male.
Ma perché io dovrei farvi sentir male? Va tutto bene, no? Continuate pure a non capire un cazzo. Beata ignoranza. Compratevi il libro di speranza e leccatelo. Nei 17 mesi di malattia ha sempre preso 4 pastiglie di Lyrica (che le hanno detto essere il più potente andidolorifico) al giorno per contenere il dolore. Volete sapere chi produce il Lyrica o ci arrivate da soli? Ma dove arrivate voi? Fino all’ orto? Fino al pollaio? Quando le hanno tolto il liquido dai polmoni s’è arrabbiata con me perché le avevo detto che era giusto farlo: “Non mi dovete più fare così male. Tu mi avevi detto di farlo compa, ma cosa ne sai tu del male che mi hanno fatto”. Ma tanto è sempre successo. Ieri un uomo qui vicino a Conegliano è uscito in balcone a fumare, è caduto è giù ed è morto. In tre, ieri, sono morti così.
Ma è sempre successo. HO CAPITO. Anch’io ogni volta che esco nel balcone a fumare, cado, e muoio. Perché è sempre successo. L’ estate scorsa mi ha chiesto perché non è come nei film “Perché nessuno mi dice quanto tempo mi resta?”.
E nell’ultima telefonata un mese e mezzo fa piangeva: “compa mi sono fatta il letto da sola ma ci ho messo tanto tempo”. Il male ormai era in molti organi.
Sto cercando di incanalare il mio pensiero verso la direzione che Giovanna è in un posto migliore di questo e in questo periodo storico, immaginare un posto migliore di questo non è difficile. Va tutto bene. È sempre successo. Ma soprattutto: non capite un cazzo di niente. Andrea Manzalini”.

Quest’altra, rivolta specificamente a me. “Mio papà è morto in ospedale nel gennaio 2022. Aveva deciso di non vaccinarsi. Qualcuno ha deciso che doveva morire. Lo hanno torturato. Lasciato solo, peggio che un animale. Ho letto la cartella clinica: quel che è scritto e quello che non è scritto. Anche questo è dolore. Anche questo nessuno lo vuole ascoltare. Paola Mancinelli”.

Anche questa è ingiustizia e figurarsi se dal regime qualcuno ascolta. Anzi bisogna soffocare, bisogna aggredire, colpevolizzare più di prima. Lo dicevano all’Aifa, al CTS, lo dicevano all’EMA, alla UE, alla FDA, nelle altre istituzioni americane. E chi lo diceva? Chi produceva i vaccini, chi li vendeva, chi li imponeva con l’arma del potere, chi ci investiva e sono sempre gli stessi dei grandi affari criminali e truffaldini della riconversione ecologica e delle carni sintetiche: i Bill Gates, i camorristi del WEF, i Soros che pagano la informazione prostituta di tutto il mondo. Le ultime notizie sono come sempre alll’acqua calda, sconfessano l’auto elettrica, dispendiosa e inaffidabile, la transizione green, che se applicata si risolve nell’estinzione programmata del genere umano, e le carni sintetiche: cancerogene, non nutrienti, non sfamanti. Ma è proprio per questo che volevano, che vogliono imporle: un alimento di laboratorio, che origina un tumore di labotatorio, per giustificare un vaccino di laboratorio, che induce un turbocancr di laboratorio, che richiede un altro vaccino di laboratorio e così via, in una spirale infinita. Dicono che “è sempre successo” ma sono costretti a dare notizia dell’aumento gigantesco, altrimenti inspiegabile di morti folgoranti, di patologie misteriose. Dicono che non c’è correlazione, ma i cancri li chiamano “turbo”, per dire forme inaudite per virulenza, progressione, letalità. Se una cosa è sempre accaduta, che bisogno c’è di definirla turbo, per dire monstre, spaventosa, incontrollabile? Anche io, nelle mie lunghe sedute di chemioterapia, mi trovavo sempre in mezzo a pazienti come me, che benedivano i vaccini – “senza, non sarei qui adesso” – e maledivano me che gli instillavo il dubbio. Ma subito dopo mi cercavano, ringhianti ma venivano a raccontare: “Mi hanno detto che non sanno più dove metterli, che negli ultimi due anni i malati di linfoma e i leucemici come noi sono esplosi”. Se sono esplosi dall’introduzione dei vaccini, come si fa a dare la colpa a tutto, alla silicosi, ai cambiamenti climatici, a Giorgia Meloni, ai tecnici di studio, al destino cinico e baro, a tutto meno che ai vaccini?
Una questione di potere, e il potere non vuole la logica, la odia, la demonizza allo stesso modo della verità. I morti continueranno, io continuerò a ricevere e a riprodurre racconti devastanti, ma non cambierà niente. “Se tutti fanno così, dove andiamo a finire?”. Certo, chi si è ammalato per essersi vaccinato non deve disturbare, non deve permettersi. Già è un costo per la società, e poi, come non manca di ricordare sempre l’ex ministro Speranza, “avete firmato una liberatoria, che altro volete?”. La liberatoria era per poter vivere, lavorare, portare il pane ai figli, ma questo non conta. “Se fanno tutti così…”. Meglio aspettare che muoiano. Mentre scrivo queste righe, il campanile a cento passi da casa mia suona a morto. Ancora. Ogni giorno. Due volte al giorno. Da circa tre anni, ma il parroco non vuole sentir ragioni e ancora adesso infila la mascherina quando somministra le comunioni.

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