Alessandro Impagnatiello in aula ed racconto choc su come ha ammazzato la giovane fidanzata e la creatura che aveva in grembo: “Ecco cosa le ho fatto. Ma sono cambiato”

IMPAGNATIELLO, HO TENTATO DI FAR SPARIRE IL CORPO ‘E DI DARLE FUOCO CON DETERSIVI INFIAMMABILI’

(ANSA) – MILANO, 27 MAG – Dopo l’omicidio, “era come se cercassi di nascondermi e di nascondere tutto ciò che si era manifestato quella sera. Quindi, avvolto completamente da uno strato di insensata follia, di illogica, di pazzia totale, tentai di far sparire letteralmente sparire il corpo di Giulia”.

Così Alessandro Impagnatiello, rispondendo in aula alle domande del pm ha ricostruito i minuti successivi al delitto di Giulia Tramontano, uccisa con 37 coltellate nella loro abitazione a Senago nel Milanese. “Tentai di dare fuoco al corpo di Giulia – ha spiegato -, utilizzando prodotti infiammabili per fare le pulizie”.

IMPAGNATIELLO, GIULIA SI È VOLTATA E L’HO COLPITA AL COLLO

(ANSA) – MILANO, 27 MAG – “Giulia mi ignora. Io mi muovo, vado verso la cucina, vedo che c’era questo coltello con cui stava tagliando delle verdure”, mentre era china in soggiorno per prendere un cerotto da un cassetto in basso di un mobile in quanto si era tagliata e “mi metto immobile alle spalle in attesa che si rialzi per tornare in cucina, l’ho colpita all’altezza del collo, ma non so con quanti colpi. Lei prima si è voltata”. Così Alessandro Impagnatiello ha ripercorso in aula il momento in cui ha ucciso la sua fidanzata Giulia Tramontano, al settimo mese di gravidanza.

IMPAGNATIELLO, UN FIUME DI BUGIE ANCHE DOPO L’OMICIDIO

(ANSA) – MILANO, 27 MAG – “Ho continuato questo fiume di bugie. Continuavo a portare avanti questa doppia e questa finta realtà nella mia testa”. Così Alessandro Impagnatiello, parlando dei momenti successivi all’omicidio della fidanzata Giulia Tramontano e in particolare rispondendo al pm Alessia Menegazzo che gli chiedeva se, anche in quel frangente, avesse continuato a mentire all’altra donna rispetto alla gravidanza di Giulia.

Impagnatiello ha confermato di averle continuato a dire che il bambino di cui era incinta Giulia non era suo. Rispondendo alle domande del pubblico ministero nel processo a suo carico per omicidio, l’ex barman ha anche ammesso di aver falsificato il test del Dna per far credere all’amante di non essere il padre del bimbo di cui era incinta Giulia.

IMPAGNATIELLO, ‘SONO ANNEGATO IN UN CASTELLO DI BUGIE’

(ANSA) – MILANO, 27 MAG – “Io a Giulia non ho mai fatto credere di essere pazza. Avevo costruito un castello di bugie in cui io stesso sono annegato”. Così Alessandro Impagnatiello, durante l’interrogatorio al processo in corso a Milano in cui ha di nuovo ammesso di aver ucciso e occultato il corpo di Giulia Tramontano, la sua fidanzata al settimo mese di gravidanza e che ha accoltellato un anno fa nella loro casa di Senago.

IMPAGNATIELLO, ALLORA ERO CONFUSO E SONO CAMBIATO

(ANSA) – MILANO, 27 MAG – “La persona che ero in quel periodo non è quella di oggi. Questo processo mi sta aiutando a mettere a posto dei punti che avevo sparsi, dei tasselli confusi. Ora posso parlare della reale verità, oggi sono una persona lucida”.

Così ha esordito Alessandro Impagnatiello, accusato dell’omicidio di Giulia Tramontano, la sua allora fidanzata al settimo mese di gravidanza, morta un anno fa. Rispondendo a una domanda precisa, ha ammesso di aver ucciso Giulia e di aver occultato il cadavere. Ora sta ricostruendo la loro relazione.

LA SINTESI INTER-ATALANTA

Estratto da www.leggo.it

È il giorno di Alessandro Impagnatiello, il giovane imputato per l’omicidio della fidanzata Giulia Tramontano, la 29enne incinta uccisa a Senago (Milano). Oggi Impagnatiello parlerà in aula al processo, a un anno esatto dalla morte di Giulia, uccisa il 27 maggio del 2023. Il processo (senza telecamere) si tiene davanti alla Corte d’assise di Milano: Impagnatiello dovrà spiegare perché ha ucciso – è reo confesso – la sua compagna incinta di loro figlio Thiago.

Alessandro Impagnatiello è arrivato in aula dove, a un anno esatto dalla morte di Giulia Tramontano, è pronto a rispondere per la prima volta alle domande della procuratrice aggiunta Letizia Mannella e del pm Alessia Menegazzo. Dopo la confessione davanti agli inquirenti e le dichiarazioni spontanee nella prima udienza del processo, l’imputato si appresta – davanti alla Corte d’Assise di Milano – a raccontare come e perché ha ucciso la sua compagna, incinta di loro figlio Thiago.

L’uomo che ha ucciso Giulia con 37 coltellate, il 30enne spavaldo che per mesi ha dato veleno per topi e ammoniaca alla donna che stava per renderlo padre, l’imputato che assiste a occhi bassi al processo, uscirà dalla gabbia per rispondere alle accuse di omicidio aggravato (dai futili motivi, dal vincolo della convivenza, dalla crudeltà e dalla premeditazione), occultamento di cadavere e interruzione di gravidanza per cui rischia l’ergastolo.

[…] Nel cellulare di lui c’è una ricerca non databile con le parole chiave ‘ammoniaca feto’, mentre dal cellulare della vittime emerge come già il 9 dicembre del 2022 Giulia scrive al compagno e alla madre come l’acqua appena comprata avesse il sapore di ammoniaca.

A metà dicembre la giovane scrive a mamma Loredana: «Gran bruciore di stomaco» e ancora «Stanotte lo stomaco mi ha ucciso…” e a marzo la vittima cerca online ‘rimedi per mal di stomaco in gravidanza’. Ammoniaca di cui l’ex barman alla sbarra si assicura che sia inodore e insapore. A partire dall’11 dicembre del 2022 l’imputato cerca, tramite motore di ricerca, ‘veleno topi incinta’ oppure ‘veleno topi gravidanza’, un’altra ricerca non datate riguarda le parole ‘uccidere feto’.

Il 7 gennaio del 2023 Impagnatiello guarda la pagina ‘quanto veleno per topi è necessario per uccidere una persona’, veleno che sarebbe stato somministrato in bevande calde e la cui presenza viene rilevata dall’autopsia. E ancora, ricostruisce in aula uno dei carabinieri che ha fatto le indagini, il 5 marzo Impagnatiello cerca ‘veleni mortali fatta in casa’ e il 13 maggio, pochi giorni prima dell’omicidio, fa ricerche sull’ingerimento di veleno.

Tra i particolari emersi in aula, ce n’è uno che riguarda la passione per il calcio di Impagnatiello: dopo aver ucciso con 37 coltellate la compagna, il giovane esce dalla loro abitazione di Senago e va sotto casa della donna con cui aveva una relazione parallela.

Nell’attesa guarda gli orari del tram, sa che la giovane usa i mezzi pubblici (l’incontro non ci sarà mai), ma col cellulare guarda anche «la sintesi della partita Inter-Atalanta». E’ uno dei particolari che emerge in aula dalla testimonianza di uno dei carabinieri che ha lavorato all’indagine. […]

La famiglia chiede la verità su quanto accaduto la sera del 27 maggio del 2023 nell’appartamento della coppia in via Novella quando Alessandro ha accoltellato Giulia, incinta al settimo mese, ben 37 volte, poi ha provato a bruciarla nella vasca da bagno. Ha spostato il corpo nel box, qui ha nuovamente tentato di darle fuoco con la benzina, quindi ha nascosto la vittima, avvolta in buste di plastica, in un anfratto dietro al box di viale Monterosa.

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  1. Un essere che deve rimanere in carcere a vita, nessuno sconto. Anche leggere le azioni commesse e’ raccapricciante, come puo’ un uomo eseguirle? Come puo’ un avvocato provare a difenderlo? C’e’ un qualche dubbio sulla sua colpevolezza e sulla efferatezza dell’omicidio? No? Allora terminate quel processo e condannatelo all’ergastolo e finitela di perdere tempo.

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