Alessia Pifferi inizia lo sciopero della fame in carcere, si scatenano i commenti: “Almeno scoprirai come è morta la piccola Diana”
La 40enne non farebbe altro che piangersi addosso in questi giorni, mentre prima della sentenza aveva sempre negato di aver voluto “far del male alla figlia”
Alessia Pifferi inizia lo sciopero della fame in carcere a San Vittore, nel quale è tenuta dopo la condanna all’ergastolo per aver fatto morire di stenti la piccola Diana. La donna ha preso questa singolare decisione dopo, e non prima della sentenza definitiva di 8 giorni fa. Il suo legale Alessia Pontenani ha dichiarato: “Sta malissimo, è distrutta, non fa altro che piangere”. Sul web e non solo si scatenano i commenti, tra i più citati c’è questo: “Almeno scoprirai come è morta la piccola Diana“.
Alessia Pifferi inizia lo sciopero della fame in carcere
Il collegamento facile e logico riguarda le modalità in cui Alessia Pifferi, che ha iniziato lo sciopero della fame, ha fatto morire la piccola di 18 mesi: lasciandola da sola in casa per sei giorni nella sua casa degli orrori a Ponte Lambro, Milano, mentre lei andava a trovare il compagno a Leffe, nella bergamasca.
La 40enne non farebbe altro che piangersi addosso in questi giorni, mentre prima della sentenza aveva sempre negato di aver voluto “far del male alla figlia, non è mi è mai neanche passato per la mente. Non è stata una cosa premeditata, mai nella mia vita ho pensato potesse accadere una cosa del genere alla mia bambina Diana. Quello che so è che io e mia sorella non abbiamo mai avuto buoni rapporti da quando ero piccola, mi ha sempre odiata e non capisco perché“.
Ma la sua difesa è risultata totalmente inutile, in quanto una settimana fa è arrivata la sentenza, che recita ergastolo.
Alessia Pifferi condannata all’ergastolo per la morte della piccola Diana
Alessia Pifferi, detenuta nel carcere di San Vittore, è stata condannata, il 13 maggio, dalla Corte di Assise di Milano per l’omicidio della figlia Diana di 18 mesi, morta di stenti dopo essere stata lasciata a casa da sola per sei giorni nel luglio del 2022. Già subito dopo la sentenza Pifferi aveva detto al suo difensore di voler “spegnersi” come la piccola Diana.
La perizia psichiatrica eseguita durante il processo ha stabilito che al momento dei fatti la 38enne era capace di intendere e volere, anche se la difesa ha sempre sostenuto fosse affetta da un “grave deficit cognitivo“.
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LASCIATELA MORIRE QUESTA CRIMINALE INDEGNA DI VIVERE!!!!!!!